QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il Consiglio europeo del 23-24 ottobre non ha trovato un accordo sugli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2040. La decisione era stata rimandata dai ministri dell’Ambiente a settembre, in attesa di un’intesa politica tra Capi di Stato e di governo.
La Commissione europea aveva proposto un obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni entro il 2040, con la possibilità di ricorrere a crediti di carbonio nei Paesi terzi. Diversi Stati membri, tra cui l’Italia, hanno giudicato la proposta troppo stringente e chiedono di considerare la sostenibilità economica e industriale delle misure.
Nelle conclusioni approvate, i leader europei parlano di una “discussione strategica” sugli obiettivi 2040 e invitano la Commissione a definire “condizioni abilitanti” per sostenere cittadini e imprese nella transizione. Tra i punti principali:
Il Consiglio chiede inoltre di accelerare sulla realizzazione dell’Unione dell’energia entro il 2030, promuovendo l’elettrificazione con “tutte le soluzioni net zero e a basse emissioni”, e sottolinea l’urgenza di una riconversione dei settori industriali tradizionali (come acciaio, chimica, vetro e cemento) in chiave sostenibile. Invita, infine, la Commissione a presentare al più presto la revisione del regolamento sulle emissioni di CO₂ per auto e furgoni, tenendo conto della neutralità tecnologica e del contenuto industriale europeo.
L’assenza di una posizione comune sugli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2040 rischia ora di far arrivare l’Unione Europea alla Conferenza ONU sul clima (COP30), in programma dal 10 al 21 novembre in Brasile, senza i nuovi contributi determinati a livello nazionale (NDC) che gli Stati firmatari dell’Accordo di Parigi devono presentare entro il 2025. Una nuova riunione dei ministri dell’Ambiente è fissata per il 4 novembre.