QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico ha presentato al Parlamento la Relazione 2025 sullo stato degli spazi verdi nelle città italiane. A oltre dieci anni dalla Legge 10/2013 che istituiva il Comitato e introduceva norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, il rapporto evidenzia che il verde urbano non è ancora integrato in modo sistematico nei processi di pianificazione territoriale, complice la mancanza di risorse, la discontinuità amministrativa e l’assenza di standard comuni.
Il Comitato sottolinea che il verde non può più essere trattato come elemento accessorio o compensativo, ma deve diventare una componente strutturale e preordinante delle scelte urbanistiche, con effetti diretti sulla salute, la qualità dell’aria, la resilienza climatica e la coesione sociale.
Il rapporto, diffuso a settembre, richiama inoltre il nuovo Regolamento europeo 2024/1991 sul ripristino della natura, che impone agli Stati di pianificare il recupero degli ecosistemi degradati, compresi quelli urbani: l’Italia dovrà presentare entro il 2026 un Piano nazionale di ripristino con obiettivi vincolanti (30% degli habitat al 2030, 60% al 2040 e 90% al 2050).
Tra le prospettive future, il Comitato annuncia l’aggiornamento delle linee guida tecniche per la progettazione e la gestione sostenibile del verde urbano, che rappresentano il riferimento per i criteri ambientali minimi (CAM) obbligatori negli appalti pubblici.
La Relazione invita infine a considerare il verde come una vera e propria infrastruttura strategica per la qualità della vita e la salute delle città, da rafforzare con strumenti normativi aggiornati, standard tecnici comuni e un maggiore coordinamento tra livelli istituzionali.