Oggi:

2025-06-16 03:05

La Rivolta dei Territori Europei in Difesa del Paesaggio

INVASIONE EOLICA E FOTOVOLTAICA

di: 
Matteo Onori

Pubblichiamo l’intervento con cui gli Amici della Terra Italia partecipano proprio oggi, 4 giugno 2025, a Bruxelles, alla prima grande mobilitazione internazionale contro il business dei grandi impianti industriali eolici e fotovoltaici, che non aiutano a ridurre le emissioni climalteranti e distolgono risorse dall’adattamento ai cambiamenti climatici. A tutti quelli che cercano di svalutare il nostro impegno ormai ventennale in Italia, bollandolo come fenomeno Nimby, vogliamo dire: “Non siamo soli in Europa, la rivolta in difesa dei territori si estende!”

In Copertina: Gli Amici della Terra partecipano alla manifestazione per la richiesta di moratoria su eolico e fotovoltaico su suoli agricoli a Brussels

 

Negli ultimi 25 anni, l’Italia ha assistito a un'espansione massiccia e incontrollata delle fonti rinnovabili elettriche intermittenti – eolico e fotovoltaico – con un impatto devastante su territorio, paesaggio e coesione sociale. Circa 44 GW di potenza installata si concentrano oggi in poche regioni, quelle con il più alto valore paesaggistico e agricolo come Sardegna, Sicilia, Puglia e Toscana.

Questa espansione è avvenuta senza alcuna pianificazione, in assenza di strumenti di coordinamento tra Stato e Regioni, e spesso tramite decreti-legge ad hoc, approvati in tempi rapidissimi, che hanno introdotto semplificazioni procedurali estreme. Mentre i meccanismi di tutela previsti dalla legge come la pianificazione paesaggistica o la Valutazione Ambientale Strategica sono stati sistematicamente rinviati o svuotati di efficacia, la normativa di protezione del paesaggio, della biodiversità e del suolo è stata di fatto smantellata. Il risultato è che oggi, in Italia, ottenere autorizzazioni per attività industriali tradizionali è spesso difficile, ma per impianti eolici o fotovoltaici i permessi sono estremamente facilitati, fino a prevedere addirittura l’esproprio dei terreni.

A fronte di questa accelerazione forzata e quindi antidemocratica, i risultati in termini energetici e climatici sono stati fallimentari. L’Italia continua a dipendere per circa l’80% da fonti fossili per i suoi consumi energetici totali, e nel 2023 solo il 4% dei consumi finali di energia nazionali è stato coperto da eolico e fotovoltaico. Considerando i soli consumi elettrici, che rappresentano appena il 22% dei consumi finali, il contributo di queste due fonti non arriva nemmeno al 20%. Nel frattempo, l’Italia continua a importare circa il 17% del suo fabbisogno elettrico, una quota significativa del quale è rappresentata dal nucleare decarbonizzato francese, una tecnologia che viene però ideologicamente osteggiata a livello nazionale ed europeo.

Nel frattempo, in Italia si è assistito a un sacrificio sociale: la transizione condotta in questo modo ha avuto un costo sociale altissimo. Interi settori economici, soprattutto nelle aree rurali e turistiche, hanno subito danni permanenti. Le imprese agricole e le attività legate al turismo, che si fondavano sulla qualità del paesaggio e dell’ambiente, hanno perso valore e attrattività.

A ciò si aggiungono gli aumenti dei prezzi dell’energia, causati da un sistema di incentivi pubblici estremamente generoso verso le rinnovabili elettriche intermittenti, pagati in gran parte dai cittadini tramite le bollette. Vi è poi un sacrificio economico: in 20 anni, gli incentivi destinati alle rinnovabili elettriche intermittenti hanno superato in Italia i 240 miliardi di euro. Una somma enorme, sostenuta in larga parte dalle famiglie italiane, senza che si siano ottenuti i risultati promessi in termini di decarbonizzazione e di penetrazione delle rinnovabili elettriche.

In terza battuta, si è assistito al sacrificio paesaggistico di uno dei Paesi più belli del mondo: oggi in Italia sono già installate oltre 7.500 pale eoliche per un totale di 12GW di potenza. Per far capire la portata di quanto sta già avvenendo in Italia – e che deve essere in tutti i modi fermato – alle pale installate devono sommarsi le richieste di connessione a Terna, che oggi ammontano oggi a 200 GW, e quindi a ulteriori decine di migliaia di pale quasi sempre sopra i 200 metri di altezza. Il 70% di questi progetti si concentra in sole tre regioni: Puglia, Sicilia e Sardegna. In prospettiva, l’eolico installato potrebbe quindi superare di oltre sette volte l’obiettivo di 28 GW previsto dal PNIEC italiano per il 2030. Anche per il fotovoltaico la situazione è analoga: sono in progetto oltre 3.800 nuovi impianti, per un totale di 175 GW, più del doppio del target nazionale di 79,9 GW al 2030.

La strategia italiana – e in larga parte europea – si è fondata su una fede acritica nella capacità delle fonti rinnovabili intermittenti di sostituire le fossili. Dopo oltre 20 anni di investimenti e incentivi straordinari, dobbiamo riconoscere che questa visione non ha prodotto i risultati promessi. L’intermittenza di queste fonti, la necessità di adeguare le reti, i costi occulti dell’approvvigionamento di materiali e le problematiche di accumulo e bilanciamento sono spesso ignorati o minimizzati.

Amici della Terra chiede quindi una revisione totale dei programmi di transizione energetica basati esclusivamente sulle rinnovabili intermittenti, e la ridefinizione degli obiettivi al 2030 e al 2050 sulla base di criteri di realismo, efficienza e neutralità tecnologica. In particolare:

  • Riteniamo fondamentale valorizzare i risultati concreti ottenuti da altri Paesi europei, come la Francia, che ha garantito sicurezza energetica e riduzione delle emissioni attraverso il nucleare.
  • Occorre rimuovere i pregiudizi ideologici che oggi impediscono di considerare tutte le opzioni tecnologiche disponibili.
  • Bisogna infine ripristinare regole di tutela del paesaggio, del territorio e della biodiversità, attualmente sospese o disattese.

L’attuale approccio alla transizione è inefficiente, costoso, divisivo e dannoso per i territori. Occorre cambiare rotta. L’energia pulita non può essere sinonimo di saccheggio ambientale e degrado sociale.

Scarica Qui il manifesto per la richiesta di moratoria presentata dagli organizzatori

Apprezzo e condivido la posizione di Amici della Terra

Leggo con soddisfazione che Amici della Terra ha partecipato ed ha contribuito alla manifestazione per la moratoria su eolico e fotovoltaico su suoli agricoli.

Chi qualifica come NIMBY l'opposizione ad una occupazione selvaggia del territorio con impianti fotovoltaici ed eolici sono spesso i veri NIMBY, coloro che questi impianti non li hanno e si permettono di criticare coloro che se li ritrovano a 360°.

Segnalo che tra le aree critiche c'è anche la provincia di Viterbo, in particolare il comune di Montalto di Castro con una estensione abnorme di terreni agricoli occupati da impianti fotovoltaici.

Fabrizio