Oggi:

2025-10-05 08:16

In Mostra le Tecnologie per Fermare le Fughe di Gas Dannose per il Clima

MONITORCH4 EXPO

di: 
Diego Gavagnin

Gli Amici della Terra promuovono il primo evento espositivo - a livello mondiale - delle tecnologie e servizi utilizzati dalle imprese per fermare le fughe e i rilasci di gas metano. Monitorch4 Expo punta a far emergere soluzioni efficaci ed efficienti anche dal punto di vista dei costi e a promuovere consapevolezza presso il pubblico sulle fonti di emissione e su come si possano monitorare e ridurre.

In Copertina: MONITORCH4 è un’iniziativa di Amici della Terra

 

Il Regolamento europeo 2024/1787 prevede la ricerca e il controllo puntuale, con l’obiettivo della riduzione, se non dell’eliminazione, delle fughe e dei rilasci autorizzati di gas naturale e di metano* in atmosfera o in mare, che poi risale in superficie. Gli Amici della Terra hanno avviato dal 2019 una campagna sull’argomento.

L’Associazione, infatti, ritiene che il gas naturale sia ancora indispensabile per sostituire petrolio e carbone negli usi energetici, ma a condizione che sia fatto tutto il possibile per impedirne il rilascio. Il metano, anche se decade in pochi decenni, è ottanta volte più climalterante della CO2 e l’Europa ne è il maggior consumatore mondiale.

Il provvedimento della UE, tuttavia, continua a sollevare polemiche nei Paesi europei e anche oltre poiché pone limiti emissivi anche al gas naturale importato. Alcuni Paesi esportatori, come gli USA, che sono oggi il maggior fornitore dell’Europa di quello liquido (GNL), ne chiedono la cancellazione o una profonda revisione. Il Ministro americano dell’energia lo ha detto esplicitamente in un recente convegno a Milano.

Ma già nel mese di giugno alcuni paesi europei, spinti dalle associazioni di produttori e importatori, hanno tentato di “bloccarlo” adducendone l’eccessiva complessità. L’occasione è stata l’ultima riunione dei rappresentanti permanenti dei Paesi europei a Bruxelles (COREPER), che prepara gli incontri a livello ministeriale del Consiglio dell'Unione europea. La proposta di blocco è stata respinta perché il Regolamento prevede già possibili semplificazioni e revisioni per tenere conto della effettiva attuabilità delle misure previste.

Veniamo all’Italia, che vanta, in rapporto alla popolazione, la più importante infrastruttura della gestione del metano in Europa. La discussione principale riguarda il tema della “materialità”, cioè se gli interventi previsti dal regolamento, ed in particolare i monitoraggi delle reti, non comportino un impegno gravoso ed un costo, sia ambientale che economico, maggiore rispetto ai vantaggi dell’eliminazione delle fuoriuscite.

Da regolatorio, l’argomento è diventato prettamente tecnico-scientifico. Gli Amici della Terra si sono posti quindi due domande: cosa bisogna monitorare? Ci sono tecnologie in grado di migliorare gli attuali strumenti di controllo dei rilasci? Questi ultimi, tra l’altro, sono di diversa natura: le fughe impreviste, che possono essere connesse con la qualità e la vetustà di gasdotti e apparati di trattamento, oltre all’arretratezza degli strumenti di misura; e i rilasci autorizzati, quando per motivi di sicurezza, a causa di fenomeni sovrappressione del gas in alcuni tratti di rete, lo si può rilasciare in atmosfera, e anche nel caso degli apparati che ne controllano la qualità (da cui dipende il potere calorifico e quindi il prezzo del gas).

Gli Amici della Terra hanno svolto una ricognizione delle infrastrutture da controllare e certificare. Fino ad ora i controlli e le valutazioni delle emissioni sono state affidate agli stessi gestori che forniscono delle stime agli enti preposti, in primis all’ISPRA. In futuro dovranno invece essere certificati ad opera di soggetti terzi.

Questo l’esito della ricognizione (dati 2024), peraltro incompleta per mancanza di informazioni in certi ambiti che, però, non cambierebbero granché l’onere complessivo. Da controllare:

  • 861 pozzi produttivi di petrolio e gas a terra;
  • 715 pozzi produttivi in mare;
  • 538 pozzi chiusi in fondali marini;
  • 1.067 pozzi chiusi a terra;
  • 112 piattaforme marittime;
  • 17 teste pozzo sottomarine;
  • 35.436 km rete di trasporto nazionale del gas in alta pressione;
  • 13 grandi impianti di compressione e spinta del gas in alta pressione;
  • 5 terminali di rigassificazione (quattro a mare uno a terra);
  • 2 depositi di gas naturale liquefatto (GNL);
  • 81 centrali di raccolta e trattamento a terra del gas;
  • 497 pozzi che alimentano 15 stoccaggi sotterranei;
  • 1.727 km di reti locali in alta pressione;
  • 155.162 km di reti locali in media pressione;
  • 55.287 km di reti locali in bassa pressione;
  • 6.921 cabine di controllo;
  • 104.363 gruppi di riduzione finale della pressione.

Il responsabile per l’energia di Amici della Terra, Tommaso Franci, ha dichiarato: “Questi numeri ci dicono che il monitoraggio puntuale dell’infrastruttura nazionale del gas naturale rappresenta una sfida gigantesca”. Ma ha aggiunto “Pensiamo che qualche cosa possa essere fatto per semplificare gli adempimenti, però se è vero che in molti casi l’ostacolo è rappresentato dalla numerosità dei punti da controllare, anche sui fondali marini, è altrettanto vero che piccole perdite moltiplicate per grandi numeri portano a impatti importanti sul clima”.

Da qui l’esigenza di capire se le tecnologie attuali di monitoraggio e rimedio permettono una visione realistica e veritiera dello stato delle cose e, soprattutto, se si possono immaginare nuove tecnologie o implementazioni delle attuali per rispettare il principio di “materialità” come inteso all’inizio di questa nota.

Per questo gli Amici della Terra hanno promosso l’evento MONITORCH4 EXPO, presso “Spazio HERA, Bologna, il prossimo 23 ottobre;  proprio come occasione di esposizione delle tecnologie che offre il mercato e loro illustrazione anche ad un pubblico non addetto ai lavori, soprattutto ai decisori ministeriali e agli addetti al Regolamento degli enti preposti alla sua attuazione, oltre che alle associazioni di categoria. Non secondario favorire l’incontro tra domanda e offerta di chi utilizza tali tecnologie e di chi le produce.

Dice Tommaso Franci: “Si tratta della prima edizione. L’ambizione è che diventi un evento che si ripete e si allarga nella sua importanza ed azioni. Il nostro obiettivo è contribuire a far conoscere le tecnologie e ampliare il confronto con le istituzioni. Nella mattinata sono previsti momenti di incontro con le istituzioni e con enti e associazioni del comparto e, nel pomeriggio, la condivisione delle tecnologie e servizi utilizzati dalle imprese, per far emergere soluzioni efficaci ed efficienti anche dal punto di vista dei costi”.

Lo spazio espositivo sarà inaugurato dal Presidente della Regione Emilia-Romagna, regione che supporta il maggior numero di infrastrutture del gas naturale e sarà aperto tutto il giorno. Gli spazi dedicati alle relazioni sono comunicanti con quelli espositivi. Non solo, quindi, le politiche per la riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico, ma una iniziativa concreta sulle tecnologie.

Fino ad ora i controlli sulle perdite di metano hanno riguardato gli aspetti di sicurezza (con rischio di esplosioni e incendi), adesso invece si guarda alle emissioni totali in atmosfera e diventano rilevanti anche le fughe più minute. Va anche ricordato nel settore del gas naturale oltre a grandi gruppi, come ENI, SNAM, Edison, Shell , Totalenergies e Italgas, operano anche piccole società, che hanno maggiori difficoltà negli investimenti in questo campo e in generale nell’innovazione tecnologica: nella distribuzione locale del gas sono attive 191 aziende, con alcune che servono milioni di clienti e altre che ne servono poche migliaia.

“E’ un incontro che punta con concretezza a proporsi come hub di scambio di buone pratiche e case studies. In vista dei target del Regolamento è fondamentale che imprese e autorità si rendano conto degli strumenti che possono avere a disposizione. Abbiamo anche un livello più ambizioso, che mira a divulgare anche al pubblico interessato dove sono localizzate queste emissioni e come si possono monitorare e ridurre. La conoscenza e la trasparenza sono elementi che favoriscono nel ridurre le distorsioni date dall’effetto Nimby” conclude Franci.

Interrogato ChatGPT, si tratta del primo evento al mondo dedicato esclusivamente alle tecnologie per la riduzione delle emissioni di metano. Fino ad oggi, questo argomento è stato saltuariamente presente ma residuale nelle manifestazioni dedicate prevalentemente alle attività di sviluppo delle produzioni, ai grandi impianti e alle esplorazioni di nuovi giacimenti.