RINNOVABILI ELETTRICHE INTERMITTENTI
Dodici associazioni ambientaliste tornano ad esprimersi contro l’annunciata proliferazione delle pale eoliche sui delicati crinali dell’Italia e delle distese di pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli. “Bene il Green Deal – dicono- ma non al costo di sacrificare il paesaggio, bene primario per la Costituzione che ne sancisce la tutela all’articolo 9, insieme a quella del patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Italia Nostra, Mountain Wilderness, Pro Natura, Amici della Terra, CNP, Wilderness Italia, Comitato per la Bellezza, Altura, Movimento Azzurro, Salviamo il Paesaggio, Gruppo San Rossore e Assotuscania sono contrari alla proposta del Ministro per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, di introdurre una Commissione di VIA semplificata per le energie rinnovabili.
Denunciano la campagna di delegittimazione delle Soprintendenze e delle politiche di tutela del paesaggio, in atto da qualche mese, da parte dell'ANEV, l’Associazione delle imprese che producono energia eolica, impropriamente riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente come associazione ambientalista. L’ANEV ha acquisito un peso crescente nelle decisioni sulle Energie Rinnovabili, grazie ai profitti realizzati dai propri associati negli ultimi dieci anni di sovraincentivazione delle pale eoliche, e riesce a sollecitare in difesa dei propri interessi parti della politica e dei media, coinvolgendo persino alcune associazioni ambientaliste, pretendendo che esse siano rappresentative di tutto il movimento.
Le associazioni firmatarie, invece, considerano con preoccupazione l’incremento indiscriminato delle rinnovabili elettriche che prevede, di qui al 2030, di raddoppiare le pale eoliche e di tornare ad occupare i terreni agricoli con gli impianti fotovoltaici. Pensano che la realizzazione del Piano nazionale integrato Energia e Clima non debba scavalcare gli unici organi dello Stato rimasti a difendere il Paesaggio, la cui tutela è inserita tra i principi fondamentali della Carta Costituzionale (art. 9). Precisano che in nessun caso possa essere considerato ammissibile sacrificare i suoli coltivabili alla riduzione del CO2, né è pensabile sfigurare tutte le nostre montagne e i crinali con pale eoliche gigantesche, alte fino a 180 metri e tali da mettere a rischio l’avifauna.
Considerando che nessuna azione umana è priva di “impronta ambientale”, le associazioni firmatarie auspicano che il Green Deal europeo in difesa del clima globale consenta di scegliere tecnologie e modalità sostenibili per l’ambiente ma anche per il territorio e per il paesaggio.
Chiedono quindi di escludere gli impianti fotovoltaici a terra, di individuare con precisione le superfici edificate adatte, urbane e industriali, e di favorire la loro copertura con pannelli fotovoltaici, e di vietare la proliferazione indiscriminata di impianti eolici devastanti.
Sarebbe un disastro se la più grande mobilitazione ambientale del secolo portasse alla distruzione del Paesaggio e del Territorio