QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il 12 aprile il Consiglio europeo ha approvato definitivamente la revisione della Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici. La Direttiva, già approvata dal Parlamento europeo a marzo, è stata adottata nonostante il voto contrario di Ungheria e Italia (da sempre contraria alla norma) e le astensioni di Croazia, Svezia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia.
La Direttiva prevede che, entro il 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere edifici a emissioni zero, ed entro il 2050 il patrimonio edilizio dell’UE dovrà essere ristrutturato per diventare a emissioni zero.
Per gli edifici non residenziali sono introdotti standard minimi di prestazione energetica. Nel 2030, dovranno avere prestazioni energetiche superiori al 16% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori e nel 2033 dovranno avere prestazioni energetiche superiori al 26% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori. Gli Stati membri possono scegliere di esentare edifici specifici dalle norme, come edifici storici, luoghi di culto o edifici di proprietà delle forze armate.
Gli Stati membri dovranno inoltre ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% nel 2030 e del 20-22% nel 2035. Almeno il 55% della riduzione energetica sarà ottenuta attraverso la ristrutturazione del 43% degli edifici residenziali meno performanti. Inoltre gli Stati membri dovranno mettere in atto misure di assistenza tecnica e di sostegno finanziario alle operazioni di ristrutturazione, con particolare attenzione alle famiglie vulnerabili.
Le nuove norme prevedono che i piani nazionali di ristrutturazione degli edifici includano una tabella di marcia con l’obiettivo di eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040 e l'installazione di pannelli solari negli edifici nuovi, negli edifici pubblici e negli edifici esistenti non residenziali in fase di ristrutturazione, nonché l'installazione di punti di ricarica per le auto elettriche, cavi per le nuove infrastrutture e aree per le biciclette.
La Direttiva entrerà in vigore dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea e gli Stati membri avranno due anni per recepirla nel proprio ordinamento.