QUEL CHE C’È DA SAPERE
Il governo non intende far nulla per tutelare i consumatori oggetto delle pratiche commerciali aggressive di Acea, Edison, Eni, Enel Energia ed Enel Servizio Elettrico, che sono state sanzionate dall’Antitrust con multe pari a 14 milioni e 530.000 euro, per pratiche scorrette riguardanti i meccanismi di fatturazione e le ripetute richieste di pagamento per bollette non corrispondenti a consumi effettivi, nonché gli ostacoli frapposti alla restituzione dei rimborsi. Lo ha detto il ministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda, in risposta a un’interrogazione di Simone Baldelli (FI), che nei mesi scorsi è ripetutamente intervenuto sulla vicenda delle maxi-bollette, promuovendo anche una mozione approvata all’unanimità dalla Camera lo scorso ottobre.
La mozione impegnava il governo “ad intervenire, per quanto di competenza, anche eventualmente a livello legislativo, stabilendo che, nel caso in cui le autorità competenti ravvisino comportamenti illegittimi da parte dei gestori dei servizi, i consumatori coinvolti non siano obbligati al pagamento dei conguagli considerati errati o delle fatture basate su consumi stimati per le quali il cliente abbia già comunicato i dati sull'autolettura o questi siano stati teleletti, ovvero ricevano tempestivamente il rimborso delle somme eventualmente già versate ma non dovute”.
Il governo, però, non intende intervenire secondo quanto prescritto dalla mozione, perché, ha affermato il ministro Calenda, “il quadro normativo e regolatorio esistente fornisce già svariati strumenti a tutela del consumatore, nei casi di specie, a non effettuare il pagamento o a ottenere il rimborso di quanto già versato, ma non dovuto. Disposizioni in materia di reclami e procedure di conciliazione sono previste dal quadro regolatorio vigente e potrebbero essere messe in atto anche in questi casi”.