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2025-05-23 16:11

Il Parlamento europeo dice “no” al riconoscimento della Cina come economia di mercato

QUEL CHE C’È DA SAPERE

La Cina non è un'economia di mercato, non soddisfa ancora i cinque criteri stabiliti dall'Unione europea per definire tali economie. L'attuale livello di influenza dello Stato sull'economia cinese, le decisioni delle imprese in materia di prezzi, costi, produzione e fattori di produzione non rispondono a segnali di mercato che rispecchiano l'offerta e la domanda. La sovracapacità della Cina sta già avendo pesanti conseguenze sociali, economiche e ambientali nell'Ue, come dimostrano le recenti ripercussioni negative sul settore siderurgico. La concessione dello status di economia di mercato alla Cina potrebbe avere un impatto sociale considerevole sull'occupazione nell'Ue. Per questo, il 12 maggio il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione, con cui “invita la Commissione a tenere debitamente conto dei timori espressi dall'industria europea, dai sindacati e da altri soggetti interessati in merito alle conseguenze per l'occupazione, l'ambiente, gli standard e la crescita economica sostenibile nell'Ue in tutti i settori manifatturieri interessati, così come per l'intero comparto industriale dell'UE, e a garantire in questo contesto la difesa dell'occupazione nell'Unione europea”.

La risoluzione, approvata con 546 voti favorevoli, 28 contrari e 77 astensioni, ricorda che 56 delle 73 misure antidumping attualmente in vigore nell'Ue si applicano alla Cina e chiede alla Commissione europea di mantenerle e di “opporsi a qualsiasi concessione unilaterale alla Cina dello status di economia di mercato”.

La Cina è entrata a far parte dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) nel dicembre 2001, in base ad un accordo che non la riconosce come economia di mercato e consente l’applicazione di misure antidumping da parte degli altri Paesi membri dell’Omc. Pechino sostiene che questo accordo cesserà di avere efficacia dopo 15 anni e che quindi il prossimo dicembre dovrebbe scattare automaticamente il riconoscimento della Cina come economia di mercato.

Il 20 aprile è terminata una consultazione pubblica, che ha visto rispondere 5.300 soggetti, tra aziende, enti pubblici e privati. Alla consultazione hanno partecipato anche gli Amici della Terra, sostenendo la necessità di introdurre un’imposta non discriminatoria sull’intensità carbonica, sia per i prodotti Ue che per quelli importati, per non danneggiare inutilmente le industrie italiane ed europee.

Entro la fine dell’anno, la Commissione europea deve presentare una proposta e, se dovesse proporre il riconoscimento della Cina come economia di mercato nel diritto comunitario, il Parlamento europeo avrebbe il diritto di co-decisione con il Consiglio.