QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il 19 settembre la Giunta regionale della Sardegna ha approvato il disegno di legge, intitolato “Misure urgenti per l'individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all'installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile, e per la semplificazione dei procedimenti” , che ora passerà al Consiglio per la sua conversione.
Con questo provvedimento, che si applica a tutto il territorio regionale, comprese le acque territoriali e le zone marine adiacenti, la Sardegna è stata la prima Regione italiana a presentare una legge sulle aree idonee anticipando di circa tre mesi la scadenza nazionale.
Il testo individua specifiche aree idonee e non idonee per l'installazione di impianti rinnovabili, vietando la costruzione in alcune di queste aree con l’obiettivo di tutelare il patrimonio paesaggistico, archeologico, storico-culturale regionale. Gli impianti autorizzati in zone non idonee perderanno efficacia, a meno che non abbiano già causato una modifica irreversibile del territorio. Alcuni interventi di manutenzione e miglioramento, come il revamping e il repowering degli impianti esistenti, saranno permessi solo se non comportano l'aumento della superficie o delle dimensioni degli impianti.
Particolare attenzione viene data agli impianti offshore, con divieti di installazione nelle aree marine sensibili, come il Santuario dei cetacei Pelagos e altre zone protette. Le infrastrutture di connessione a terra per questi impianti dovranno essere collocate in aree industriali, portuali o degradate non soggette a riqualificazione.
La legge prevede inoltre un fondo di 678 milioni di euro per il periodo 2025-2030, destinato a incentivare l'installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo per l'autoconsumo, coinvolgendo cittadini, imprese, comunità energetiche ed enti pubblici.
La legge include anche misure contro la speculazione, come l'obbligo per le imprese di presentare polizze fideiussorie per garantire la corretta realizzazione e dismissione degli impianti, evitando che progetti incompiuti o speculativi danneggino il territorio.
Infine, si prevede l'istituzione dell'Agenzia regionale sarda dell'energia entro 120 giorni, un ente che supervisionerà e gestirà il piano energetico della regione, con la collaborazione di università, partecipate regionali, sindacati e associazioni di categoria.