QUEL CHE C’È DA SAPERE
La Corte costituzionale tedesca ha deciso che le aziende produttrici di energia nucleare dovranno essere risarcite per le perdite conseguenti alla decisione del governo, che nel 2011 ha deciso di abbandonare questa fonte energetica, dopo il grave incidente a Fukushima. La Corte tedesca ha respinto la tesi delle aziende, che sostenevano di essere state espropriate e chiedevano un risarcimento complessivo di 19,2 miliardi di euro. Il rilievo della Corte è che la legge del 2011 sulla fuoriuscita dal nucleare non ha previsto un indennizzo per le perdite subite dalle tre compagnie produttrici di elettricità da questa fonte, cosa a cui dovrà essere posto rimedio entro la metà del 2018.
La Corte tedesca non ha quantificato gli indennizzi che, secondo la stima di Goldman Sachs riferita dall’agenzia Bloomberg, potrebbero andare dai circa 700 milioni di euro per EON ai 400 milioni per RWE. Titolata ad essere risarcita è anche la svedese Vattenfall AB.
La fuoriuscita tedesca dal nucleare era iniziata nel 2002, quando la coalizione che vedeva al governo Socialdemocratici e Verdi decise lo stop a nuovi reattori, consentendo a quelli esistenti una produzione di elettricità equivalente a 32 anni complessivi. Nel 2010 il governo di Angela Merkel aveva ampliato questa quantità, ma un anno dopo, in seguito al disastro di Fukushima, l’ampliamento fu abrogato e fu decisa una data di chiusura per ogni impianto, con otto che dovettero chiudere in pochi mesi e gli altri per i quali la data limite fu fissata al 2022.