QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il 20 settembre è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale L 231 la Direttiva UE 2023/1791 del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 settembre 2023 sull'efficienza energetica che modifica il regolamento UE 2023/955 (rifusione).
La nuova Direttiva sull'efficienza energetica, approvata definitivamente a luglio scorso nell'ambito del pacchetto “Fit for 55”, fissa un obiettivo al 2030 di riduzione dei consumi energetici a livello UE dell'11,7% rispetto alle previsioni di consumo energetico formulate nel 2020, che si traduce in un limite massimo al consumo di energia finale dell'UE pari a 763 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, vincolante per gli Stati membri a livello collettivo, e a 993 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio per il consumo primario, che sarà invece indicativo.
La traiettoria fissata dalla Direttiva prevede un aumento del risparmio energetico annuo dallo 0,8% attuale all'1,3% (nel 2024-2025), poi all'1,5% (2026-2027) e all'1,9% dal 2028 in poi, per una media dell'1,49% di ulteriori risparmi annuali per il periodo 2024-2030. Sono inoltre previsti: l'obbligo per gli Stati membri di dare priorità ai clienti vulnerabili e all'edilizia sociale nell'ambito delle misure di risparmio energetico; un obiettivo annuo di riduzione del consumo energetico pari all'1,9% per il settore pubblico; l'estensione a tutti i livelli della pubblica amministrazione dell'obbligo di ristrutturazione edilizia del 3% annuo; un nuovo approccio basato sul consumo energetico affinché le aziende si dotino di un sistema di gestione dell'energia o effettuino audit energetici; un nuovo obbligo di monitorare le prestazioni energetiche dei data center, con un database a livello UE che raccolga e pubblichi i dati; la promozione di piani di riscaldamento e raffreddamento dei locali nei comuni più grandi; un aumento progressivo dell'efficienza nella fornitura di calore o freddo, anche nel teleriscaldamento.
La Direttiva entrerà in vigore dopo 20 giorni dalla pubblicazione e gli Stati Membri avranno due anni per recepirne i contenuti negli ordinamenti nazionali.