QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il 6 settembre il Ministero della Transizione Ecologica ha reso noto il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale che prevede misure, in parte già avviate, per la diversificazione della provenienza del gas importato e delle fonti energetiche, per il contenimento dei consumi nel settore riscaldamento e per l’avvio di una campagna pubblicitaria che promuova tra i cittadini l’uso efficiente dell’energia.
Il Piano, così come altre misure adottate a livello locale già dal mese scorso, è la risposta italiana alle indicazioni definite nel Regolamento (UE) 2022/1369 adottato il 5 agosto per aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell'Unione e per prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia.
Il provvedimento del Consiglio europeo prevede per gli Stati Membri la riduzione, per ora volontaria, della domanda di gas naturale del 15% rispetto al loro consumo medio degli ultimi cinque anni tra il 1º agosto 2022 e il 31 marzo 2023. Tale obiettivo può essere conseguito attraverso misure a discrezione degli Stati Membri, quali la promozione dell’efficienza energetica, obblighi mirati di riduzione del riscaldamento e del raffrescamento per edifici pubblici e attività commerciali, campagne di sensibilizzazione nazionali per sensibilizzare all’adozione di abitudini più corrette nel consumo di luce e gas. La riduzione del 15%, che diventa obbligatoria nel caso in cui il Consiglio dichiari lo stato di allarme energetico, può essere limitata al 7%, come nel caso dell’Italia, per alcune deroghe incluse nel Regolamento, come il raggiungimento dei livelli di stoccaggio previsti dal Piano RePower Eu ed un’esportazione inferiore al 50%.
Alcuni Paesi europei si sono mossi fin da subito per approvare Piani e misure per l’austerity energetica. La Spagna ha varato un nuovo decreto che limitata l’utilizzo dell’aria condizionata in estate e del riscaldamento in inverno e introduce per vetrine, monumenti ed edifici pubblici l’obbligo di spegnimento alle 22. L’illuminazione pubblica non è, per ora, coinvolta dal decreto ma potrebbe esserlo in casi di emergenza. Anche in Francia è scattato il divieto di tenere le porte aperte mentre sono attivi i sistemi di condizionamento o riscaldamento, l'obbligo di spegnere le luci dei negozi durante la notte il divieto di pubblicità luminosa e illuminata durante la notte, dall'1 alle 6 del mattino. In Germania, uno dei paesi più esposti alla crisi del gas, luci spenti sui monumenti e altre misure a livello regionale, come ad esempio ad Hannover dove è stato deciso già a fine luglio di togliere l'acqua calda da tutti gli edifici pubblici, compresi palazzetti dello sport e piscine.
Nel mese d’agosto in Italia, fatta eccezione per la campagna istituzionale per sensibilizzare i cittadini e promuovere l’uso responsabile e moderato dell’energia, realizzata dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria in collaborazione ENEA, l’attuazione del Regolamento è lasciata nelle mani delle amministrazioni locali. Torino è stata tra le prime a muoversi, scegliendo di ridurre l'intensità dell'illuminazione pubblica, pur mantenendo invariati gli orari di accensione. L’amministrazione ha inoltre chiesto al distributore locale di impostare la prossima temperatura di riscaldamento degli uffici pubblici due gradi al di sotto degli altri anni. Bari ha puntato sulla sostituzione di vecchi impianti dell'illuminazione stradale con nuove luci a LED (Light Emitting Diodes) a basso consumo. A Milano e a Genova nessun intervento sull’illuminazione esterna, ma forti raccomandazioni a esercizi commerciali, dipendenti pubblici e privati cittadini di rispettare i principi del risparmio energetico, a partire dal controllo del condizionamento e dell’illuminazione interna. Firenze ha tradotto le raccomandazioni in una vera propria ordinanza e dal primo agosto tenere la porta aperta nei negozi ed esercizi con aria condizionata è proibito. Ma a Belluno l’iniziativa più incisiva: le luci pubbliche vengono infatti completamente spente dalle 2:30 alle 5:00.