QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il 7 febbraio, l’ECHA (European Chemical Agency, Agenzia UE per le sostanze chimiche) ha pubblicato la proposta di restrizione delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) che l’Agenzia aveva ricevuto il 13 gennaio scorso dalle autorità nazionale di Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia.
Le sostanze perfluoroalchiliche sono una grande famiglia di migliaia di sostanze chimiche sintetiche ampiamente utilizzate. Grazie alle loro caratteristiche chimiche resistono alla degradazione ed è per questo che sono state frequentemente osservate nella contaminazione di suolo, acque sotterranee e acque superficiali.
La proposta mira a ridurre il rilascio di circa 10 000 PFAS, tutte molto persistenti nell'ambiente. Se il loro rilascio non viene ridotti al minimo, c’è il rischio che il livello di esposizione di persone, piante e animali possa condurre ad effetti negativi sulla salute delle persone e sull'ambiente. Le autorità nazionali che hanno avanzato la proposta stimano che, senza un intervento, circa 4,4 milioni di tonnellate di PFAS finirebbero nell'ambiente nei prossimi 30 anni.
Adesso la proposta sarà esaminata dai comitati scientifici per la valutazione dei rischi (RAC) e per l'analisi socioeconomica (SEAC) dell'ECHA per verificare che soddisfi i requisiti giuridici del Regolamento Reach 1907/2006/Ce. In caso questo primo esame risulti positivo, una consultazione semestrale dovrebbe partire il 22 marzo 2023. Il procedimento si chiuderà con l’invio della proposta revisionata dai comitati alla Commissione europea per la modifica della normativa.