Oggi:

2024-03-28 22:47

Accordo Ue sul regolamento per i concimi organici e ricavati da rifiuti

QUEL CHE C’È DA SAPERE

I negoziatori di Consiglio, Parlamento e Commissione Ue hanno raggiunto un accordo sul nuovo regolamento in materia di concimi organici e ricavati dai rifiuti, proposto dalla Commissione europea nel marzo 2016 e finalizzato ad agevolare l’accesso al mercato unico dell'Ue per questo tipo di concimi, instaurando pari condizioni di concorrenza con i tradizionali concimi inorganici. Gli effetti attesi sono la creazione di nuove opportunità di mercato per le imprese innovative, riducendo nel contempo la quantità di rifiuti prodotti, il consumo energetico e i danni ambientali.

Il regolamento sui concimi del 2003 attualmente in vigore garantisce la libera circolazione nel mercato unico soprattutto dei concimi inorganici di tipo convenzionale, solitamente estratti da miniere od ottenuti per via chimica. Questi processi consumano notevoli quantità di energia e sono ad alta intensità di CO2. I prodotti fertilizzanti innovativi ottenuti a partire da materiali organici non rientrano nell'ambito di applicazione del regolamento sui concimi in vigore. Il loro accesso al mercato unico è quindi soggetto al riconoscimento reciproco tra gli Stati membri ed è spesso ostacolato da norme nazionali divergenti.

Il regolamento sui concimi in vigore, osserva la Commissione Ue, non è inoltre in grado di rispondere alle sfide ambientali rappresentate dalla contaminazione del suolo, delle acque interne, delle acque marine e infine degli alimenti provocata dai concimi.

Le opportunità di mercato per le imprese che fabbricano prodotti fertilizzanti organici sono significative. Attualmente solo il 5% dei rifiuti organici viene riciclato. Si calcola che se si riciclassero maggiori quantitativi di rifiuti organici, questi potrebbero sostituire fino al 30% dei concimi inorganici. L'Ue importa attualmente circa 6 milioni di tonnellate di fosfati l'anno; fino al 30% di questo quantitativo totale potrebbe invece essere sostituito da prodotti dell'estrazione da fanghi di depurazione, da rifiuti biodegradabili, da farine di carne e ossa o da letame.

Il nuovo regolamento proposto stabilisce una serie di norme comuni per la conversione dei rifiuti organici in materie prime che possano essere impiegate per fabbricare prodotti fertilizzanti, definendo prescrizioni in materia di etichettatura, sicurezza e qualità, che tutti i prodotti fertilizzanti dovranno rispettare per poter essere commercializzati liberamente in tutto il territorio dell'Ue. I produttori dovranno dimostrare che i loro prodotti soddisfano tali prescrizioni, unitamente ai valori limite per i contaminanti organici e microbici e le impurità fisiche, prima di apporre la marcatura CE.

Nell’accordo tra le tre istituzioni Ue è stata modificata, rispetto all’iniziale proposta della Commissione, la norma sul limite per il tenore di cadmio nei concimi fosfatici. La Commissione prevedeva un limite iniziale di 60 mg/kg da abbassare a 40 mg/kg dopo tre anni e a 20 mg/kg dopo dodici anni. Nell’accordo raggiunto si prevede un limite iniziale di 60 mg/kg, che sarà rivisto dopo quattro anni, in modo da garantire un livello elevato di protezione del suolo e ridurre i rischi per la salute e l'ambiente, consentendo al tempo stesso ai produttori di adattare i propri processi produttivi per rispettare i nuovi limiti. Tuttavia, per incoraggiare l'uso di fertilizzanti ancora più sicuri, i produttori potranno utilizzare un’etichetta che indicherà un basso contenuto di cadmio e che sarà applicabile a prodotti con contenuto di cadmio inferiore a 20 mg/kg, a condizione che scelgano di apporre il marchio CE.

Infatti, la marcatura CE non sarà sempre obbligatoria. Un produttore che non desidererà apporre il marchio CE sul prodotto potrà scegliere di conformarsi agli standard nazionali e vendere il prodotto ad altri paesi dell'Ue in base al principio del riconoscimento reciproco.

Il progetto di regolamento dovrà essere ora formalmente adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.