QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il 24 aprile il Parlamento europeo ha adottato in via definitiva, con 381 voti a favore, 225 contrari e 17 astenuti, l'accordo provvisorio con il Consiglio raggiunto a febbraio sulla Direttiva per migliorare la qualità dell'aria nell’UE ed eliminare i danni per la salute umana, gli ecosistemi naturali e la biodiversità (“Zero pollution”, “zero inquinamento”).
La Direttiva stabilisce standard europei rafforzati in materia di qualità dell’aria per il 2030, sotto forma di valori limite e valori obiettivo per gli inquinanti con gravi ripercussioni sulla salute umana, tra cui il particolato fine e il particolato (PM2,5 e PM10), il biossido di azoto (NO2) e il biossido di zolfo (SO2).
In base alle nuove norme, gli Stati membri dovranno creare tabelle di marcia per la qualità dell’aria entro il 2028 per definire misure a breve e a lungo termine per rispettare i limiti al 2030 e per ridurre i valori e il rischio associato all’eventuale superamento di un valore limite. Avranno però la possibilità di richiedere, entro il 31 gennaio 2029 e se sono soddisfatte condizioni specifiche, una proroga fino a 10 anni alla scadenza del 2030.
Nel caso in cui le nuove norme nazionali di applicazione della Direttiva vengano violate, le persone colpite dall'inquinamento atmosferico potranno intraprendere azioni legali e ricevere un risarcimento se la loro salute è stata danneggiata.
Inoltre, il provvedimento prevede che siano resi comparabili, chiari e accessibili al pubblico gli indici di qualità dell’aria attualmente frammentati in tutta l’UE e che siano istituiti più punti di campionamento della qualità dell'aria nelle città.
La Direttiva attende ora l’adozione da parte del Consiglio per essere pubblicata in Gazzetta ufficiale. Gli Stati membri avranno poi due anni per il recepimento delle norme nel proprio ordinamento.