QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il 18 marzo la Commissione europea ha pubblicato il primo rapporto sulle emissioni reali di CO2 delle autovetture e dei furgoni nuovi (qui il Documento di lavoro).
Da gennaio 2021, in base al Regolamento 2019/631, tutte le auto nuove e i piccoli furgoni alimentati a combustibili liquidi devono essere dotati di dispositivi approvati per il monitoraggio del consumo di carburante(OBFCM). Questi dati devono essere raccolti dai produttori di veicoli e inviati ogni anno alla Commissione. Nell'aprile 2022, la Commissione ha ricevuto dati relativi al 10,6% delle auto e all'1,0% dei furgoni immatricolati per la prima volta nell'UE nel 2021.
Per i furgoni il set di dati raccolti nel 2021 era insufficiente per un’analisi approfondita, anche perché, per la maggior parte dei furgoni, l’obbligo di essere dotati di dispositivi di monitoraggio partiva dal 2022.
I dati raccolti nel 2021 su un campione di circa 600.000 automobili forniscono informazioni preliminari importanti nonostante la ristrettezza del campione. Il divario medio osservato tra la guida reale e le prove di omologazione Wltp per quanto riguarda le emissioni di CO2 e i consumi di carburante delle auto nuove immatricolate nel 2021 è stato del 23,7% per le auto a benzina e del 18,1% per le auto diesel (1-1,5 l/100 km o 28-35 gCO2/km). Per i nuovi veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV) immatricolati per la prima volta nel 2021, le emissioni reali di CO2 sono state in media 3,5 volte (4 l/100 km o 100 g CO 2 /km) superiori ai valori di omologazione.
Queste discrepanze, specifica la Commissione in una nota, sono in linea con quanto previsto. Il Rapporto spiega che, per le auto a benzina e diesel, esistono numerosi fattori che incidono sulle emissioni reali ma che non possono essere del tutto replicati nei test di laboratorio, come, ad esempio, le condizioni stradali e del traffico, la temperatura, l’uso dell’aria condizionata e dell’elettronica di bordo e il comportamento del conducente. Per quanto riguarda i veicoli ibridi plug-in, la Commissione rileva, inoltre, che in gran parte questi veicoli non vengono utilizzati in modalità elettrica con la frequenza ipotizzata.
La Commissione prevede di espandere nei prossimi anni il campione e la sua rappresentatività della flotta in evoluzione per poter verificare la necessità di adottare ulteriori misure per evitare la crescita del divario.