Oggi:

2025-10-11 19:23

Il Rapporto SNPA sul clima in Italia nel 2024

QUEL CHE C'È DA SAPERE

È stato pubblicato il Rapporto “Il clima in Italia nel 2024” di SNPA (composto dall’ISPRA e dalle Agenzie per l’ambiente di Regioni e Province autonome, Arpa/Appa). Il documento fornisce una descrizione dello stato del clima e della sua evoluzione nel nostro Paese, con analisi e valutazioni a scala nazionale, regionale e locale.

Secondo il Rapporto, il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato in Italia dall’inizio delle rilevazioni nel 1961. La temperatura media è aumentata di +1,33°C rispetto al periodo di riferimento 1991-2020, e quella minima ha segnato un nuovo primato con +1,40°C. Tutti i mesi dell’anno sono risultati più caldi della media, con febbraio a +3,15°C, seguito da agosto (+2,54°C) e luglio (+2,15°C). Si conferma nel 2024 anche nel nostro Paese il trend osservato a livello europeo.

Tutti i mesi dell’anno sono risultati più caldi della media, con picchi anomali a febbraio (+3,15°C), agosto (+2,54°C) e luglio (+2,15°C). Su base stagionale, l’inverno 2024 è stato il più caldo mai registrato in Italia (+2,18°C sopra la media). Anche la temperatura dei mari ha raggiunto un nuovo record, con un’anomalia media annua di +1,24°C.

A livello nazionale, le precipitazioni cumulate sono risultate superiori dell’8% alla media, ma con forti disomogeneità: +38% al Nord (secondo anno più piovoso della serie storica), piogge in linea al Centro, e -18% al Sud e nelle Isole.

L’indice CDD (Consecutive Dry Days) ha evidenziato condizioni particolarmente critiche nel Mezzogiorno: in Sicilia si sono registrati fino a 146 giorni secchi consecutivi, in Sardegna oltre 100. Complessivamente, quasi il 50% del territorio nazionale (soprattutto Sud e Isole) ha vissuto condizioni di siccità da moderata a estrema, anche a causa dell’aumento dell’evapotraspirazione legato alle alte temperature.

Grazie alle abbondanti piogge settentrionali, la disponibilità di risorsa idrica ha raggiunto i 157,9 miliardi di m³, segnando un +18,3% rispetto alla media storica. Tuttavia, il trend dal 1951 resta negativo.

Fra gli eventi idro-meteo-climatici estremi più rilevanti, da menzionare l'alluvione del 29 e 30 giugno 2024 che ha interessato la Valle d'Aosta ed il Piemonte settentrionale. Molteplici gli effetti registrati al suolo: esondazioni di fiumi, colate detritiche, erosioni dei torrenti e alluvioni. Nel corso dei primi mesi dell'autunno poi, l'Emilia-Romagna è stata nuovamente colpita da importanti fenomeni alluvionali che, in un contesto di suoli generalmente già saturi, hanno anche qui causato ingenti danni al territorio.