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2025-02-13 10:01

Consumo di suolo: il Rapporto SNPA

QUEL CHE C'È DA SAPERE

È stato presentato il 3 dicembre il rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), che, insieme alla cartografia e alle banche dati di indicatori allegati, fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo e permette di valutare il degrado del territorio e l’impatto del consumo di suolo sul paesaggio e sui servizi ecosistemici.

Il Rapporto analizza l’evoluzione del territorio e del consumo di suolo all’interno di un più ampio quadro di analisi delle dinamiche delle aree urbane, agricole e naturali ai diversi livelli, attraverso indicatori utili a valutare le caratteristiche e le tendenze del consumo, della crescita urbana e delle trasformazioni del paesaggio, fornendo valutazioni sull’impatto della crescita della copertura artificiale del suolo, con particolare attenzione alle funzioni naturali perdute o minacciate.

Secondo i dati del Rapporto, nel corso del 2023, il consumo di suolo ha raggiunto un totale di 72,5 km², il che equivale a circa 20 ettari di territorio trasformati ogni giorno. Questo dato, sebbene leggermente inferiore rispetto all'anno precedente, rimane comunque superiore alla media registrata nell’ultimo decennio. Una piccola porzione di territorio, pari a circa 8 km², è stata recuperata grazie a interventi di ripristino, principalmente legati al recupero di cantieri o suoli temporaneamente alterati. Tuttavia, questi sforzi risultano ancora insufficienti: il consumo netto di suolo, ovvero il bilancio tra nuovo consumo e recupero, si attesta a 64,4 km², confermando la difficoltà di avvicinarsi all’obiettivo di azzeramento.

Nel 2023 risultato occupati da cemento, asfalto e altre coperture artificiali il 7,16% del territorio nazionale (pari a 21.578 km quadrati), una percentuale che risulta in continua crescita.

Il Rapporto evidenzia che se il tasso attuale di consumo di suolo dovesse continuare, entro il 2050 si rischierebbe di trasformare ulteriori 1.739 km² di territorio. Per rispettare gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030, sarebbe invece necessario invertire questa tendenza e raggiungere un saldo negativo, recuperando aree naturali.

A livello regionale, Lombardia, Veneto e Campania sono le aree più colpite, con percentuali di suolo consumato che superano rispettivamente il 12%, l’11% e il 10%. In queste regioni, il fenomeno è particolarmente evidente nelle aree suburbane e rurali, dove l’espansione urbanistica e infrastrutturale è più intensa. Al contrario, la Valle d’Aosta è la regione meno coinvolta, con un consumo limitato al 2,16% del territorio.

Le infrastrutture e i cantieri rappresentano una quota rilevante del fenomeno. Anche gli impianti fotovoltaici a terra stanno contribuendo al consumo di suolo, con un’occupazione complessiva di 17.900 ettari. Nel corso dell’ultimo anno, il consumo di suolo associato a nuovi impianti fotovoltaici è aumentato in modo significativo: sono stati rilevati circa 421 ettari di nuove installazioni, con un incremento più che raddoppiato rispetto all'anno precedente. Le regioni che hanno registrato i maggiori incrementi nell’ultimo anno sono il Veneto (76 ettari), il Piemonte (64 ettari) e la Sicilia (55 ettari).

Il Rapporto offre una stima della superficie potenzialmente disponibile per l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti che, considerando tutte le limitazioni e i vincoli, potrebbe essere tra 760 e 992 km quadrati. La potenza così realizzabile sui fabbricati esistenti andrebbe da 70 a 91 GW, tenendo anche conto che sul 5% circa dei tetti è già installato un impianto. Senza aumentare il consumo di suolo, si potrebbe aggiungere a questa potenza, quella installabile in aree di parcheggio, in corrispondenza di alcune infrastrutture, in aree dismesse o in altre aree impermeabilizzate.