È stato presentato il 5 giugno il Green Book 2023, la monografia di riferimento per il settore rifiuti in Italia promossa da Utilitalia e curato dalla Fondazione Utilitatis, in collaborazione con ISPRA e con la partecipazione di Enea ed Ancitel Energia e Ambiente.
Lo studio, arrivato alla sua decima edizione, fornisce un quadro del comparto attraverso l’analisi del contesto normativo di riferimento, degli aspetti di governance locale e gestionali, dei risultati conseguiti dagli operatori sotto il profilo economico e patrimoniale, della spesa sostenuta dalle utenze finali destinatarie del servizio di igiene urbana. Questa edizione contiene inoltre un focus su specifiche filiere dell’economia circolare quali le materie critiche, la frazione organica dei rifiuti e i rifiuti tessili.
I messaggi chiave del documento sono:
- l’evoluzione del quadro normativo in Italia ha portato alla definizione della Strategia nazionale per l’economia circolare, del Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti e dei Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti urbani;
- nel 2021, la produzione di rifiuti pro-capite ha raggiunto i 502 kg per abitante (+3% rispetto al 2020); mentre cresce la raccolta differenziata, nel 2021 pari al 64% della produzione nazionale, la percentuale di preparazione per riutilizzo e riciclaggio è ferma a circa il 48% dal 2019, invece lo smaltimento in discarica interessa il 19% dei rifiuti urbani nel 2021;
- il processo di attuazione dei modelli di governance locale previsto dalla normativa in diverse Regioni è ancora incompleto, principalmente al Centro Sud, dove il settore si mostra caratterizzato da una forte frammentazione sul fronte gestionale;
- nel 2021, il fatturato del settore (considerando un campione di 534 aziende) ha raggiunto circa 13,5 miliardi di euro, pari a circa lo 0,8% del PIL nazionale, occupando più di 97mila addetti diretti che costituiscono lo 0,4% del totale degli occupati in Italia e circa l’1,7% degli occupati del settore industriale;
- l’analisi delle gare per l’affidamento dei servizi (pubblicate nel periodo 2014-2022) conferma le difficoltà e i ritardi nella standardizzazione delle dimensioni e delle tempistiche di affidamento dei servizi di igiene urbana a livello nazionale;
- nel Sud Italia continua a presentarsi un significativo deficit impiantistico che non consente la corretta chiusura del ciclo dei rifiuti e contribuisce al differenziale di spesa per il servizio di igiene urbana;
- il PNRR, con 2,1 miliardi di euro di risorse stanziate, ha dato un grande impulso agli investimenti nel settore ambientale, in particolar modo al Sud Italia;
- le crisi pandemica prima e geopolitica poi hanno enfatizzato la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento delle materie prime strategiche, fondamentali per la transizione energetica ed ecologica, si rende quindi necessario un piano di approvvigionamento sostenibile delle materie prime che preveda una soluzione che integri estrazione primaria con riciclo di materie prime;
- la corretta gestione della frazione organica (che costituisce circa il 40% dei rifiuti urbani prodotti) è necessaria per raggiungere gli obiettivi comunitari e per tutelare l’ambiente ed è necessario che alcune zone dell’Italia, come Centro, Sud peninsulare e Sicilia, colmino il proprio deficit impiantistico;
- l’obbligo di raccolta differenziata dei rifiuti tessili comporterà un incremento di questa frazione: sono necessari investimenti in nuove tecnologie di selezione e riciclaggio, per garantire il raggiungimento degli obiettivi di circolarità.
Qui l’executive summary del documento.