QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il 28 maggio la Commissione europea ha pubblicato la sua valutazione ufficiale sui Piani nazionali energia e clima (PNIEC) aggiornati dai Paesi membri. I dati complessivi mostrano un impegno generale che si avvicina all’obiettivo UE: le misure presentate porterebbero a una riduzione del 54% delle emissioni climalteranti entro il 2030 rispetto al 1990, poco sotto il -55% fissato dalla normativa europea. Tuttavia, mancano ancora i Piani definitivi di Belgio, Estonia e Polonia, per i quali la Commissione ha rinnovato l’invito alla consegna.
Per quanto riguarda l’Italia, il giudizio della Commissione è articolato. Se da un lato il piano nazionale è giudicato coerente con gli obiettivi europei sulle energie rinnovabili, dall’altro emergono diverse criticità, in particolare nel settore dei trasporti e nella riduzione delle emissioni.
Il governo italiano prevede una riduzione delle emissioni nei settori non ETS (quelli soggetti al regolamento Effort Sharing) pari al -40,6% entro il 2030, un valore inferiore all’obiettivo vincolante del -43,7%. La Commissione evidenzia come il PNIEC si affidi a una rapida diffusione dei veicoli elettrici (oltre 6 milioni al 2030 tra elettrici a batteria e ibridi plug-in) e a un incremento notevole dei biocarburanti. Tuttavia, queste proiezioni sono ritenute difficilmente compatibili con la struttura attuale del parco veicoli e con le limitazioni legate ai biocarburanti a bassa quota. Inoltre, il piano continua a fare affidamento su incentivi ai combustibili fossili (come GNC, GNL e GPL), che vanno nella direzione opposta rispetto alla neutralità climatica.
La Commissione invita quindi l’Italia a creare un quadro stabile di sostegno alla mobilità elettrica, anche tramite strumenti fiscali come la tassazione basata sulle emissioni per la proprietà dei veicoli e delle auto aziendali.
Sul fronte delle rinnovabili, gli obiettivi sono giudicati in linea con quelli dell’UE, ma Bruxelles chiede una maggiore chiarezza su come le singole misure contribuiranno ai risultati complessivi. La normativa sulle aree non idonee per gli impianti Fer rischia, secondo la Commissione, di ostacolarne lo sviluppo, aggravato anche dai vincoli imposti a livello regionale. Altro punto critico riguarda l'eccessiva dipendenza da tecnologie e combustibili importati, in particolare biocarburanti e biomasse.
Tra i rilievi principali, anche la mancanza di una strategia chiara sull’idrogeno e sull’interconnessione elettrica al 2030, così come l’assenza di una roadmap dettagliata per l’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili. L’Italia viene inoltre esortata a definire con più precisione i piani sul nucleare.
La Commissione elogia il piano italiano per l’uscita dal gas russo entro il 2025 e considera esaustive le misure su cattura, utilizzo e stoccaggio della CO₂. Riconosce inoltre l’obiettivo di eliminare il carbone entro il 2026 sul continente e il 2029 in Sardegna.
Infine, l’Italia è invitata a rafforzare le politiche per ridurre la dipendenza dai fossili nei trasporti e negli edifici, migliorare l’efficienza energetica degli immobili più inquinanti (soprattutto quelli abitati da famiglie vulnerabili) e integrare meglio la dimensione sociale della transizione, con attenzione alla povertà energetica e al piano per il clima.