Oggi:

2025-05-16 19:37

Il Senso dell’Elettrodotto per Tunisi (e per la Sicilia)

SURPLUS DI ELETTRICITA’ DA RINNOVABILI

di: 
Francesco Gigliani

Ci si chiede quale sia il vantaggio per l’Italia di una costosa rete di interconnessione elettrica con la Tunisia -parzialmente a carico dei consumatori italiani- al fine di utilizzare il surplus di produzione fotovoltaica siciliana. Visto che l’insolazione in Sicilia e Tunisia segue gli stessi ritmi orari e stagionali, non sarebbe stato più semplice ed economico impiantare pannelli solari nelle grandi distese del deserto tunisino? Tutte le contraddizioni del progetto Elmed, comprese quelle tariffarie, attraverso gli atti che ne hanno determinato la realizzazione.

In Copertina: Immagine negativespace


Descrizione del progetto Elmed

Hanno avuto inizio nei giorni scorsi, secondo quanto comunicato da TERNA Spa, i lavori preparatori alla realizzazione del grande progetto di interconnessione elettrica tra l’Italia e la Tunisia, consistenti per il momento nell’espianto e ripiantumazione di 1700 ulivi dall’area del comune di Partanna (TP) ove sorgerà la nuova stazione di conversione (da corrente alternata a continua e viceversa).

Il progetto, denominato ELMED ed inserito dal governo Meloni tra quelli del Piano Mattei per l’Africa, consiste in un elettrodotto sottomarino lungo 200 Km, oltre a 20 Km di tratto a terra, della potenza di 600 Mw in corrente continua a 500 Kv (HVDC), che verrà posato ad una profondità massima di circa 800 m. sotto il livello del mare e collegherà la stazione elettrica di Partanna a quella di Mlaabi (Capo Bon in Tunisia).

Caratteristica peculiare del progetto, che verrà realizzato in cooperazione tra TERNA Spa gestore della Rete di trasmissione nazionale italiana e STEG (che è l’analoga Società tunisina), è la bidirezionalità dei flussi, come evidenziato nella scheda di presentazione del progetto presente sul sito web ad esso dedicato, dal titolo ELMED PROJECT:  https://elmedproject.com/it/

Il progetto viene ritenuto strategico nella nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN) approvata da MISE e MATTM nel 2017 ed è stato inserito nel PNIEC.

È stato inoltre inserito dalla UE nella lista di Progetti di interesse comune (PCI) individuati dal Regolamento UE 347/2013 Sugli orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee (Regolamento TEN-E) e da TERNA Spa nei Piani di sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale 2016-2017, approvati dal MISE con decreto 25 febbraio 2020.

Al costo complessivo di investimento pari a circa 850 milioni di euro concorre un contributo di 307 milioni di euro finanziati dal Fondo Connecting Europe Facility (CEF) dell’UE, mentre la restante quota viene ripartita pariteticamente tra Italia e Tunisia, la quale ha ricevuto un finanziamento di 268,4 milioni di dollari dalla Banca Mondiale per la realizzazione della stazione di conversione e per il potenziamento della rete nazionale.

Resta pertanto a carico del nostro Paese una quota di investimento pari a circa 272 milioni di euro, a valere sulle entrate derivanti dalla tariffa. 

L’ultimazione dei lavori è prevista nel 2028.    

 

Finalità dell’opera

In occasione dell’adozione del Decreto interdirettoriale 10 maggio 2024 con cui il MASE ha autorizzato l’opera, il ministro Pichetto Fratin ha dichiarato, tra l’altro, che essa darà un rilevante contributo al percorso di decarbonizzazione del sistema. In tal senso, le interconnessioni rappresentano uno strumento necessario per incrementare il livello di indipendenza energetica del nostro Paese e per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. 

L’A.D. e D.G. di Terna Di Foggia ha aggiunto che L’Africa oggi rappresenta una terra di opportunità: investimenti, infrastrutture e trasferimento di competenze sono i fattori chiave per collaborazioni solide e durature. Il comunicato stampa del MASE emesso in quella data concludeva infine che Il ponte elettrico Italia–Tunisia è un’opera strategica per il sistema elettrico italiano nell'ambito degli obiettivi di transizione energetica fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), in quanto mira a migliorare l’integrazione dei mercati dell’Unione Europea e dei Paesi Nord Africani. Elmed garantisce, inoltre, un maggiore sviluppo delle fonti rinnovabili e il miglioramento della sicurezza dell’approvvigionamento energetico.

Volendo ripercorrere le tappe salienti attraverso cui è nata e si è sviluppata l’idea progettuale, occorre partire dall’ Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica tunisina sullo sviluppo di una infrastruttura per la trasmissione elettrica finalizzata a massimizzare gli scambi di energia tra l’Europa e il Nord Africa, fatto a Tunisi il 30 aprile 2019.

Dalla lettura dell’Accordo si apprende poi come il suo antesignano fosse un Memorandum d’Intesa firmato nel 2007 tra TERNA e Steg per la creazione di una joint venture avente come obiettivo la realizzazione del progetto ELMED, un progetto integrato che include un polo di produzione elettrica in Tunisia rivolto sia al mercato interno che a quello italiano e di un cavo sottomarino in corrente continua che collegherà le reti elettriche tunisina e italiana.

Scopriamo così come l’idea progettuale originaria, tutt’altro che peregrina viste le grandi potenzialità dell’energia solare in Nord Africa, puntasse alla produzione in Tunisia dell’energia elettrica ed alla sua trasmissione verso l’Italia; ma in seguito, come lo stesso Accordo recita, un nuovo progetto prende corpo basato sempre su un elettrodotto sottomarino che però, grazie alla bidirezionalità dei flussi, consentirà nel breve – medio termine la trasmissione di elettricità da Italia/Europa verso la Tunisia e solo nel lungo termine l’esportazione di energia rinnovabile prodotta in Tunisia sia verso l’Italia che verso altri paesi del Nord Africa.

  Il decreto del MISE del 25 febbraio 2020 precisa con maggior chiarezza, nelle sue premesse, le finalità dell’opera, affermando che il progetto permetterebbe di migliorare, significativamente, l’interconnessione del sistema elettrico dell’Unione europea con i Paesi del Nord Africa al fine di garantire la possibilità, nel breve e medio periodo, di coprire la domanda dei Paesi africani con l’eccedenza di generazione elettrica prodotta dai Paesi della UE e nel lungo termine di importare energia rinnovabile prevista in fase di sviluppo nei Paesi nordafricani.

Quando si parla di eccedenza di generazione elettrica il pensiero non può che correre alle disfunzioni insite in un sistema elettrico basato a livello europeo sempre più sulle energie rinnovabili, per loro natura intermittenti e non programmabili, caratterizzato da un cronico sfasamento tra i diagrammi temporali di offerta e di domanda di energia, che potrà essere in parte attenuato mediante trasferimenti dei surplus energetici prodotti in alcuni periodi verso altre tipologie di utilizzatori, i cui fabbisogni non siano magari strettamente programmati nel tempo.

A tale riguardo fa riflettere l’annuncio di poco più di due mesi fa del Ministero dell’industria e dell’energia di Tunisi: il Paese produrrà entro il 2050 8 milioni di tonnellate all’anno di idrogeno verde, di cui i tre quarti destinati all’esportazione verso l’Europa.

Il ricorso alla dissalazione per contrastare la crisi idrica tunisina rappresenta un'altra voce di consumo energetico con diagramma di richiesta flat nel tempo.

 

Allocazione dei costi

È la Decisione adottata da ARERA con Delibera n. 176 del 21 maggio 2020 a chiarire nel dettaglio l’allocazione della quota italiana dei costi di investimento del progetto, mettendo al contempo in luce le incertezze insite in esso.

L’analisi costi/benefici condotta dai due promotori del progetto TERNA e Steg a supporto della richiesta di investimento indirizzata ad ARERA, si legge nella Delibera, ha evidenziato come tale interconnessione verrà usata principalmente nella direzione dell’esportazione di energia elettrica dall’Italia verso la Tunisia, per un quantitativo di energia esportata stimato nei primi anni di esercizio pari a circa 4 Twh/anno, dato che l’attuale capacità tunisina di generazione è ancora fortemente dipendente dal gas naturale. Una volta che la Tunisia e l’intera area del Maghreb avranno sviluppato le loro capacità basate sull’energia solare ci si aspetta che l’interconnessione verrà utilizzata per fornire energia rinnovabile all’Europa.

Tuttavia, la revisione condotta dagli uffici di ARERA sull’analisi c/b presentata dai promotori, come ampiamente descritto nella Decisione stessa - All. A, ha evidenziato la presenza di significative incertezze riguardanti:   

lo sviluppo del mercato elettrico in Tunisia;

lo sviluppo della capacità di generazione in Tunisia e Nord Africa;

l’assunzione della crescita della domanda in Tunisia;

l’assunzione di un export significativo dalla Tunisia verso i paesi nordafricani vicini.

La decisione di ARERA conferma, come già detto, che l’intera quota italiana dell’investimento sarà finanziata con le tariffe corrisposte dall’utenza, ovviamente italiana.

 

Interrogativi in materia tariffaria

Rimane dunque non adeguatamente chiarita la modalità con cui potrà essere attribuito in fattura all’utenza italiana il costo di investimento alla voce spesa per il trasporto dell’energia elettrica, dal momento che, per un periodo indefinito e almeno per i primi anni, a beneficiare dell’energia saranno i consumatori tunisini.

Analogamente nessuna indicazione viene fornita circa l’attribuzione in tariffa del costo dell’energia e degli oneri di sistema, inclusivi degli incentivi ai produttori di energie rinnovabili pagati dai clienti italiani, che però in questo caso non risultano coincidere con gli utilizzatori.  Una questione da chiarire al più presto, anche in considerazione dell’energia prodotta e distribuita nell’intera Europa grazie alle grandi reti di trasmissione, come ad esempio il Tyrrhenian Link.