QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il 30 agosto scorso l’ Agenzia europea dell’ambiente (Aea) ha pubblicato il rapporto “Improving the climate impact of raw material sourcing” (“Migliorare l'impatto sul clima dell'approvvigionamento di materie prime”) secondo il quale migliori pratiche di approvvigionamento di materie prime potrebbero in Europa, dove la loro estrazione e lavorazione rappresentano circa il 18 % delle emissioni totali di gas a effetto serra, ridurre potenzialmente le emissioni associate di almeno il 10 %, e in molti casi molto di più.
Il rapporto dell'AEA valuta il potenziale per ridurre le emissioni di gas serra derivanti dall'estrazione e dalla lavorazione delle principali materie prime consumate in Europa. Le otto materie prime selezionate includono rame, ferro, oro, calcare e gesso, bauxite e alluminio, legno, minerali chimici e fertilizzanti e sale.
Inoltre, secondo AEA, i consumatori di materie prime possono utilizzare il loro potere d'acquisto per influenzare i fornitori a diventare più rispettosi del clima, concentrandosi principalmente sulla fase di lavorazione delle materie prime, che ha un potenziale maggiore di riduzione delle emissioni rispetto alle fasi di estrazione o commercio. Incoraggiare l’uso dei requisiti e delle disposizioni in materia di appalti pubblici negli accordi commerciali internazionali, sostiene il rapporto, è uno dei modi per aumentare l’efficacia delle misure di approvvigionamento rispettose del clima a livello globale.