CONTRO IL REFERENDUM NO TRIV
Voglio esporre qualche ragione (e anche qualche sentimento) a sostegno del non voto, scelta che viene spesso dileggiata da chi sostiene il dovere del voto, soprattutto in occasione di referendum.
Si rivendica, in questi casi, il sentimento di una partecipazione "a testa alta". Mi identifico anch'io in questo sentimento, anche se la mia partecipazione convinta al dibattito si esprime nel diritto di non recarmi alle urne.
Non credo alla "sacralità" di alcune fonti di energia rispetto ad altre. E’ bene sapere che tutte hanno un impatto sull’ambiente e tutte devono essere usate nel modo più efficiente e meno inquinante possibile. Allo stesso modo non credo che il referendum o la democrazia diretta siano il vangelo. Sono strumenti politici. Se ne può fare un buono o un cattivo uso. Pensate solo alle sorprese che potrebbe dare un referendum sulla pena di morte.
Anche quando ho raccolto le firme per vari referendum,con grande fatica, e li ho visti vanificare per mancanza di quorum, non ho mai pensato che avesse ragione la Svizzera a prendere decisioni importanti con il 10 per cento di votanti. A me pare che il quorum sia sacrosanto. Della democrazia diretta fa parte anche l'onere di portare la gente al voto. Se gli elettori non sono interessati, vuol dire che la tua campagna è fallita. (Nota bene: non necessariamente sbagliata. Solo fallita)
Inoltre, è un diritto degli elettori essere disinteressati o decidere che, su un determinato tema, si preferisce delegare al proprio partito o ai propri rappresentanti istituzionali. E non essere snobbati o disprezzati per questo.
La democrazia diretta è importante. Quella rappresentativa pure. Forse di più, perché rappresenta un impegno più lungo e generale. Poi, può succedere che, in alcune fasi, i rappresentanti politici non siano degni. Ma questa non è una regola, ed è sbagliato darlo per scontato. Quindi perché, di fronte al non voto alle elezioni politiche, nessuno si scandalizza mentre il non voto al referendum ci sembra un'infamia?
Per alcuni, il voto è sacro solo quando conviene loro. Che furbata per i promotori dire: "votate come volete, ma votate!" sapendo che il problema è quello di raggiungere il quorum. E' legittimo cercare voti in ogni modo ma senza pretendere,per questo, di avere un comportamento morale superiore a quello degli altri.
Comunque, io non predico certo l'indifferenza. La partecipazione si fa anche impegnandosi per il non voto. Anzi, per esperienza diretta, si fa anche più fatica.