QUEL CHE C’È DA SAPERE
Con l'approvazione preliminare del nuovo Codice degli appalti da parte del Consiglio dei ministri il 3 marzo, va in soffitta la Legge obiettivo, introdotta nel 2002, e con essa cessa di esistere il Programma delle grandi opere strategiche e le procedure straordinarie ad esso connesse. Il nuovo Codice, di cui non è ancora stato pubblicato il testo, passa ora all’esame delle commissioni parlamentari, che dovranno esprimere un parere, e poi sarà approvato definitivamente dal governo.
Il nuovo Codice, previsto dalla legge delega del 28 gennaio 2016, n. 11, recepisce in un unico decreto le direttive su appalti pubblici e concessioni, e riordina la disciplina in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture e contratti di concessione.
Per quanto riguarda gli aspetti ambientali, il comunicato del Consiglio dei ministri afferma che il nuovo sistema prevede “tre livelli di progettazione: il nuovo progetto di fattibilità tecnica ed economica, il progetto definitivo ed il progetto esecutivo, che viene posto a base di gara.
La nuova forma di progetto di fattibilità rafforza la qualità tecnica ed economica del progetto. La progettazione deve assicurare il soddisfacimento dei fabbisogni della collettività, la qualità architettonica e tecnico-funzionale dell’opera, un limitato consumo del suolo, il rispetto dei vincoli idrogeologici sismici e forestali e l’efficientamento energetico. Il nuovo progetto di fattibilità sarà redatto sulla base di indagini geologiche e geognostiche, di verifiche preventive dell’assetto archeologico, fermo restando che deve individuare il miglior rapporto tra costi e benefici per la collettività”.
Secondo il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, con il nuovo Codice degli appalti “la trasversalità e la specificità della materia ambientale, già presente nella normativa europea, diventa una realtà anche in Italia”. Intervenendo al Senato, Galletti ha parlato di “grandissime novità in campo ambientale”: un processo di semplificazione per le bonifiche e la partecipazione del ministero dell'Ambiente, attraverso il concerto sulle linee guida per la progettazione di tutte le opere pubbliche, non più solo per quelle che riguardano l'ambiente. Secondo il ministro, questo vuol dire che “l'ambiente entra a pieno titolo anche nel capitolo delle grandi opere pubbliche”.