CERTIFICATI BIANCHI
A seguito del Convegno degli Amici della Terra del primo ottobre scorso si è sviluppato un dibattito vivace sul futuro dei Titoli di Efficienza Energetica. Pubblichiamo un contributo pervenuto da Assocarta.
È in corso in questi mesi, da parte del Ministero dello Sviluppo economico, la revisione del meccanismo dei Certificati Bianchi, il cosiddetto “tagliando” dopo 10 anni di funzionamento del meccanismo, che dovrebbe avvenire nell’ottica di un potenziamento e di una migliore qualificazione.
A parere di chi scrive, più che di un potenziamento potrebbe trattarsi di un ri-dimensionamento dello strumento, con maggiori difficoltà del suo utilizzo da parte dei settori industriali che – lo vogliamo sottolineare - sono proprio quelli che hanno permesso al meccanismo di crescere in questi anni e di generare un indotto e un knowhow molto importanti per il nostro Paese.
Lo strumento va corretto – si dice- perché, attualmente, serve a incentivare le aziende. Sembra quasi che vengano dati soldi a fondo perduto alle aziende industriali.
Questa chiave di lettura non è corretta: i Certificati Bianchi sono uno strumento che incentiva l’efficienza energetica. L’industria ne beneficia perché è il primo settore nazionale che fa efficienza. Di questo bisognerebbe essere solo contenti e ringraziare che ci sia un settore in grado di fare da traino. Se poi il meccanismo contribuisce a mantenere le imprese competitive non può essere un problema: le aziende che fanno efficienza fanno del bene a sé stesse e al Paese. E ciò non deve spaventare nessuno.
Tra l’altro, in questo modo si coprono i costi di funzionamento del sistema, oltre che ricavare un profitto dalla realizzazione dei programmi di efficienza energetica.
Se, in Italia, esiste un problema di “sostegno pubblico”, come spesso si dice nel documento per le nuove linee guida, a noi sembra che esso nasca da un “peccato originale”.
Infatti, la direttiva europea dice che gli stati membri devono adottare un regime obbligatorio di promozione dell’efficienza e che questo può essere costituito dal meccanismo dei Certificati Bianchi. Non dice che gli obblighi previsti (con o senza Certificati Bianchi) debbano essere “obblighi compensati”.
Se gli obiettivi che i distributori di energia devono conseguire vengono automaticamente compensati, e se, in questo modo, i Certificati Bianchi diventano un “sostegno pubblico”, ciò avviene perché stabilito dalla norma italiana, non dalle norme europee.