MATERIE PRIME CRITICHE
Pubblichiamo il testo integrale dell’audizione informale della presidente degli Amici della Terra, tenuta il Roma, 2 luglio 2024 presso la X Commissione (Attività Produttive) della Camera dei deputati, nell’ambito dell’esame del decreto legge 84/2024 “Disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico”.
In Copertina: Miniera di pirite a Kokkinopezoula a Mitsero, Cipro. Foto di Dimitri Svetsikas
Su obiettivi di transizione verde e digitale
Preliminarmente, vorremmo chiarire che gli obiettivi di questo decreto legge sono inevitabili, perché non possiamo pensare che l’Europa sia il resort di lusso del mondo che utilizza tecnologie rinnovabili e digitali mentre il lavoro sporco di estrazione e raffinazione delle materie prime lo facciamo fare ad altri paesi.
Gli obiettivi strategici per l’approvvigionamento di materie prime di questo articolato si riferiscono alla transizione verde e al digitale, come descritti nell’Articolo 1. Non possiamo fare a meno di rilevare che una transizione energetica basata su eolico e fotovoltaico di grandi dimensioni, oltre ai problemi denunciati più volte dagli Amici della Terra in altre audizioni, come i danni al paesaggio e alla biodiversità, gli investimenti ingenti per adeguare le reti di trasporto, la necessità di installare grandi e costosi sistemi di accumulo legati alla intermittenza di queste fonti, comporta anche una grande rilevanza delle attività minerarie per produrre le materie prime necessarie a queste tecnologie. Il solare, l'eolico e le batterie richiedono un pesante tributo alla Terra sotto forma di estrazione mineraria.
Se qualcuno ha creduto che l’elettricità prodotta dal sole e dal vento fosse gratuita, ora, è ancora più evidente che non lo è. Questo decreto legge ci fa capire che ci saranno ulteriori costi economici ed ambientali che sono quelli legati all’estrazione mineraria. L’adozione di batterie di accumulo nei parchi eolici e solari e nella mobilità elettrica aumenta ulteriormente il fabbisogno di materiali, linearmente con la quantità di capacità delle batterie installate. I materiali aggiuntivi associati ai componenti del sistema sono ancora incerti, ma potrebbero essere completamente fuori scala se queste tecnologie venissero adottate globalmente.
Non si può far finta che esistano tecnologie senza costi. Si impone, quindi, un confronto molto serio sui costi e benefici di tutte le fonti utili per la decarbonizzazione. Come è noto, noi, Amici della Terra, pensiamo che la fonte nucleare abbia un costo minore rispetto alle altre fonti prive di carbonio, sia in termini ambientali che economici. Ed effettivamente, anche in relazione all’argomento in esame, l'elettricità prodotta dal nucleare richiede un numero e una quantità di materie prime significativamente inferiore rispetto all'energia solare ed eolica su larga scala.
Materie prime per fonte energetica
Fonte: Breakthrough Institute
Su obiettivo velocizzazione dei tempi
Un altro obiettivo di questo articolato è quello di velocizzare i tempi di realizzazione dei progetti di estrazione, trasformazione e riciclaggio delle materie prime strategiche sul territorio nazionale. Anche in questo caso, si pensa di raggiungerlo smantellando la legislazione di tutela del territorio. E, anche in questa occasione, noi Amici della Terra siamo contrari perché, se ci sono attività difficili e impattanti come quella estrattiva, bisogna affrontarle con i tempi e le modalità dovuti.
Estrazione mineraria e tutela delle acque
Uno dei problemi che il decreto non tratta è quello dell’acqua. Chiediamo che i deputati pongano rimedio a questa carenza gravissima.
L’estrazione mineraria non è accettata dalle popolazioni perché la miniera è una attività esclusiva da molti punti di vista. L’indicatore più preoccupante dell’uso esclusivo del territorio è proprio quello dell’acqua.
L'esplorazione e lo sfruttamento dei metalli, infatti, consuma enormi quantità di acqua (decine di milioni di litri al giorno nel caso dell'estrazione su larga scala) e quella che viene restituita è di qualità bassa o addirittura pericolosa per gli ecosistemi.
Le risorse minerarie e idriche sono intimamente connesse ma hanno una relazione complessa e spesso poco compresa. L’attività mineraria ha una relazione diversa e più diretta con le acque sotterranee rispetto alla maggior parte degli altri settori industriali. In termini semplici, il processo di estrazione richiede notevoli quantità di acqua ma può anche presentare rischi sostanziali per i fiumi, i laghi, le risorse idriche sotterranee, gli acquiferi e, conseguentemente, per gli ecosistemi e le comunità che dipendono da queste risorse idriche.
Esiste una relazione esponenziale inversa con il consumo di acqua e la qualità del minerale. Il minerale di bassa qualità è solitamente disseminato anche di grani minerali molto fini. Ciò significa che il minerale deve essere macinato molto finemente. La macinazione è un processo a umido e parte di quell'acqua può essere riciclata. Quando il minerale è stato macinato finemente, è molto più difficile riciclare l'acqua poiché le particelle di liquame impiegano molto tempo a depositarsi in un serbatoio di addensante. Ciò si traduce in più acqua consumata per unità di metallo prodotto.
Su scala globale, il consumo totale di acqua del settore minerario è relativamente ridotto rispetto al settore agricolo che rappresenta il 70% dei prelievi globali di acqua dolce. In molti paesi, il consumo d’acqua del settore minerario è di circa l'1-2% del totale.Ma le operazioni minerarie all'interno di un bacino idrografico locale sono spesso i maggiori consumatori di acqua ed hanno il potenziale per un impatto significativo sulle risorse idriche, sia limitandone la disponibilità che per i rischi legati alla contaminazione.
Oggi, sempre più le compagnie minerarie stanno imparando la difficile lezione che i rischi idrici sono vissuti dalle persone e dagli ecosistemi a livello di bacino locale e questo comporterà sempre di più conflitti con le comunità locali fino alla perdita delle concessioni o, nella migliore delle ipotesi, costosi ritardi nella produzione. Ci sono numerose conferme di come l'acqua sia una delle principali cause di conflitto tra compagnie minerarie e comunità locali.
Attualmente, il consumo di acqua potabile è un costo insito nella progettazione dell'impianto di processo. Vi sono aree del nostro Paese dove la disponibilità di acqua potabile non è un problema mentre in altre l'approvvigionamento di acqua potabile è costoso e va gestito con attenzione. Se in queste regioni venisse condotta l'estrazione mineraria, un aumento significativo della domanda di acqua potrebbe rendere impraticabili le operazioni minerarie. Inoltre, gli impatti dei progetti minerari non si limitano alle aree di sfruttamento: talvolta l'inquinamento dell'acqua può colpire le comunità e le attività produttive a decine di chilometri dalle miniere.
Esiste poi il problema della qualità dell’acqua che viene restituita ai corpi idrici dalle attività estrattive: a titolo di esempio, si consideri la qualità dell’acqua in base alla definizione dell’ICMM.
Definizioni fornita dall’International Council of Mining & Metals (ICMM) in base al Water Reporting: Good practice guide, 2nd Edition.
Livelli di pH di cui la vita acquatica ha bisogno per sopravvivere
Risulta interessante osservare come una della prime compagnie globali, Rio Tinto, riporti nel suo Global Reporting Initiative (GRI) (vedi immagine sotto) che nel2022 harestituito ai corpi idrici 155 gigalitri di acqua di categoria 3.
Stima del consumo d’acqua in base al tenore di nichel. Fonte CSIRO.
La desalinizzazione diventerà la seconda voce di consumo energetico entro il 2030 nei processi di produzione del metallo (vedi dati sotto).
Secondo il DOE USA per purificare l'acqua di mare e le acque salmastre occorrono circa 3,2 kilowattora per metro cubo (kWh/m3).
Estrazione sostenibile
Infine, vorremmo pregare il Parlamento di eliminare la parola “sostenibile” dall’art. 1.
Infatti, l’estrazione mineraria può essere necessaria ma non è mai sostenibile. Affinché un'attività sia sostenibile è necessario che le risorse si rinnovino alla stessa velocità con cui gli esseri umani le estraggono o le consumano. L'estrazione mineraria non può essere sostenibile, poiché una volta terminato lo sfruttamento dei minerali, il Pianeta impiega milioni di anni per sostituirli.
Consigli di lettura
Uno degli esperti che verrà audito stamani, fa parte del nostro Consiglio Nazionale. È l’ing. Giovanni Brussato, collaboratore per queste materie de L’Astrolabio. Rinviamo ai suoi libri per ogni utile approfondimento.