QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il 17 giugno il Consiglio europeo ha adottato la sua posizione ("orientamento generale") sulla revisione della Direttiva quadro sui rifiuti. La revisione, proposta dalla Commissione a luglio 2023, è incentrata su due settori ad alta intensità di risorse, quello alimentare e quello tessile.
Per quanto riguarda il settore alimentare, il Consiglio accoglie gli obiettivi vincolanti sulla riduzione degli sprechi alimentari entro il 2030 fissati dalla proposta della Commissione: 10% nella trasformazione e produzione e 30% pro capite nel commercio al dettaglio, nella ristorazione, nei servizi di ristorazione e nelle famiglie.
La proposta stabiliva che gli obiettivi di riduzione alimentare fossero calcolati rispetto alla quantità generata nel 2020 (primo anno in cui i dati sugli sprechi alimentari sono stati raccolti con un metodo armonizzato, ma la posizione del Consiglio consente agli Stati membri di utilizzare anche il 2021, 2022 o 2023 come anni di riferimento, poiché i dati per il 2020 potrebbero in alcuni casi non essere rappresentativi a causa della pandemia di Covid-19. Il Consiglio ha inoltre convenuto sulla necessità di sviluppare fattori di correzione per tenere conto delle fluttuazioni del turismo e dei livelli di produzione nella trasformazione e produzione alimentare in relazione all'anno di riferimento.
Riguardo al settore tessile, la posizione del Consiglio prevede che, entro la fine del 2028 la Commissione valuti la possibilità di fissare obiettivi specifici per la prevenzione, la raccolta, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti tessile. Sono inoltre previsti dalla proposta di revisione della Direttiva regimi armonizzati di responsabilità estesa del produttore (EPR) che imporrebbero ai marchi di moda e ai produttori tessili di pagare tariffe per contribuire a finanziare i costi di raccolta e trattamento dei rifiuti tessili. L'approccio generale adottato dal Consiglio prevede che gli Stati membri possano richiedere tariffe più elevate per le aziende che seguono pratiche industriali e commerciali di "fast fashion".
L'orientamento generale raggiunto dal Consiglio consentirà ora di avviare i colloqui con il Parlamento europeo (che aveva adottato la sua posizione nel marzo 2024) sul testo finale, che si svolgeranno nell'ambito del nuovo ciclo legislativo.