QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il 31 maggio il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati (“CONOU”) ha presentato il Rapporto di Sostenibilità relativo all’esercizio 2023 (dal 1° Gennaio al 31 Dicembre) 2023 che raccoglie e presenta i risultati ottenuti in ambito economico, sociale e ambientale.
Il Rapporto è stato redatto in conformità agli Standard GRI (Global Reporting Initiative), allineati, a seguito della Direttiva 2022/2464 sulla rendicontazione societaria di sostenibilità, agli standard ESRS (European Sustainability Reporting Standards) ), che diventeranno presto obbligatori per tutte le aziende.
I dati del Rapporto attestano che nel 2023 sono state raccolte 183mila tonnellate, quasi la totalità della quota raccoglibile, grazie al lavoro dei 59 concessionari impegnati nella attività di raccolta e micro-raccolta (da cui deriva circa il 50%) presso 103mila produttori su tutto il territorio nazionale (in particolare siti industriali, 12% e officine, 88%). L’olio raccolto proviene per oltre il 58% dal Nord, in particolare da Lombardia (22%) e Veneto (12%), mentre le regioni del Centro contribuiscono per il 18% e Sud e le isole arrivano al 23%.
Il 98% dell’olio raccolto è stato avviato ai tre impianti di rigenerazione, 2.800 tonnellate sono andate nei termovalorizzatori, mentre una quantità minima (600 tonnellate) è stata ceduta ad appositi inceneritori per la termodistruzione.
I risultati italiani sono ben al di sopra della media europea, dove la raccolta monitorata è pari all'82% del raccoglibile, mentre si rigenera appena il 61% (nonostante il contributo dell'Italia) dell'olio raccolto.
Secondo i calcoli del Conou, nel 2023 la raccolta e la rigenerazione degli oli minerali usati ha permesso di evitare l'immissione in atmosfera di 127mila tonnellate di CO2 equivalente, di consumare circa 7 milioni di GJ di combustibili fossili in meno, di migliorare la qualità del suolo tramite anche un minore sfruttamento, di risparmiare 60 milioni di metri cubi di acqua e di raggiungere un beneficio in termini di incidenza di malattie dovute all'emissione di particolato inferiore del 92%.
Sono positive anche le ricadute economiche e occupazionali: infatti l'attività del Consorzio ha generato un impatto economico totale pari a 81,3 milioni di euro, registrando un aumento del 12% rispetto al 2022 e dando lavoro a 1.857 persone. Inoltre, si legge nel Rapporto, l'attività di rigenerazione ha consentito al nostro Paese di diminuire il fabbisogno di materie prime fossili importate per circa 105 milioni di euro.