QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il 27 gennaio il Parlamento europeo ha approvato, con 499 voti favorevoli, 100 contrari e 23 astensioni, la nuova Direttiva sui reati ambientali, concordata con il Consiglio a novembre 2023, che prevede nuove misure e sanzioni per contrastare la criminalità ambientale.
La Direttiva, proposta dalla Commissione nel dicembre 2021 con l’obiettivo di contrastare il numero crescente di reati ambientali, entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Gli Stati membri avranno poi due anni di tempo per recepire le norme nei rispettivi sistemi nazionali.
Nell’elenco aggiornato dei reati figurano: il commercio illegale di legname, l'esaurimento delle risorse idriche, le gravi violazioni della legislazione dell'UE in materia di sostanze chimiche e l'inquinamento provocato dalle navi. I deputati hanno voluto inserire nel testo anche i cosiddetti "reati qualificati", ossia i reati che portano alla distruzione di un ecosistema e sono quindi paragonabili all'ecocidio (ad esempio gli incendi boschivi su vasta scala o l'inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo).
Per quanto riguarda le pene, i reati ambientali commessi da persone fisiche e rappresentanti d'impresa saranno punibili con la reclusione, a seconda della durata, della gravità o della reversibilità del danno, mentre per i reati qualificati la pena potrebbe arrivare fino a 8 anni di reclusione e fino a 10 anni per quelli che causano la morte di una persona, per gli altri reati è previsto invece un massimo di 5 anni. Inoltre tutti i trasgressori saranno tenuti a risarcire il danno causato e ripristinare l'ambiente danneggiato, oltre a possibili sanzioni pecuniarie.
Per le imprese l'importo dipenderà dalla natura del reato e potrà essere pari al 3 o 5% del fatturato annuo mondiale o, in alternativa, a 24 o 40 milioni di euro. Gli Stati membri potranno decidere se perseguire i reati commessi al di fuori del loro territorio.
I deputati hanno inoltre insistito per introdurre nella norma sostegno e assistenza agli informatori che denunciano i reati ambientali. Sono previsti inoltre gli obblighi per gli Stati Membri di fornire una formazione specializzata per forze dell’ordine, giudici e pubblici ministeri, di redigere strategie nazionali e di organizzare campagne di sensibilizzazione contro la criminalità ambientale.