Oggi:

2025-02-11 03:50

Metti un Bio nel Motore. Soprattutto di Aerei e Navi

BIOCARBURANTI

di: 
Stefano Ballista

Le strategie europee sulla transizione energetica spingono il settore dei trasporti verso l’abbandono dei combustibili fossili. Mentre gli e-fuel hanno trovato posto nell’accordo tra UE, Germania ed Italia per evitare lo stop ai motori a combustione, rimane ancora incerto il ruolo dei biocarburanti, che potrebbero essere, però, una soluzione percorribile e attuabile fin da subito per ridurre le emissioni, soprattutto nel trasporto pesante, aereo, navale e ferroviario. L’autore, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility, prevede un ruolo rilevante dei biocarburanti per una mobilità più sostenibile.

 

In base al World Energy Outlook 2022 diffuso da IEA (International Energy Agency), il settore dei trasporti a livello mondiale consuma oggi un quarto del totale di energia utilizzata ed è responsabile di quasi il 40% delle emissioni dei settori di utilizzo finale. Dal 2010 al 2019, l'aumento della domanda di mobilità dei passeggeri e delle merci ha portato il settore dei trasporti a registrare la maggiore crescita di emissioni tra tutti i settori di uso finale.

Affinché nel settore dei trasporti la transizione energetica possa essere raggiunta con successo è essenziale utilizzare, in modo complementare e sinergico, tutte le soluzioni e i vettori energetici disponibili per la decarbonizzazione, secondo il principio della neutralità tecnologica. In questo approccio, i biocarburanti hanno un ruolo importante in quanto costituiscono una risposta immediata alla riduzione delle emissioni del settore della mobilità (non solo terrestre, ma anche aerea, marina e ferroviaria, dove altre soluzioni sono di difficile applicazione) e consentono anche di accompagnare il progresso e la diffusione di altre tecnologie come l’idrogeno, l’elettrico o gli e-fuel, incluso lo sviluppo delle relative infrastrutture di distribuzione.

Il report Renewables 2022 di IEA stima che la domanda globale di biocarburanti possa aumentare del 20% nel periodo tra il 2022 e il 2027, soprattutto nelle economie avanzate, dove politiche volte a ridurre le emissioni GHG stanno sostenendo la loro diffusione attraverso incentivi finanziari o attraverso l’introduzione di obblighi di miscelazione dei carburanti tradizionali con carburanti da fonti rinnovabili.

La produzione di biocarburanti è parte delle attività di Eni Sustainable Mobility, la nuova società di Eni che integra tutte le attività dedicate alla mobilità sostenibile con l’obiettivo di fornire servizi e prodotti progressivamente decarbonizzati alle persone in movimento. La disponibilità di biocarburanti è oggi possibile grazie agli investimenti realizzati da Eni sin dal 2014 con la trasformazione delle raffinerie di Venezia-Porto Marghera e, nel 2019 di Gela, in bioraffinerie. La riconversione ha consentito, allo stesso tempo, di valorizzare asset strategici esistenti destinati alla dismissione e di salvaguardare aree industriali, assicurandone la sostenibilità economica, ambientale e sociale, garantendo il mantenimento e l’evoluzione delle competenze professionali dei lavoratori.

Dell’offerta di Eni Sustainable Mobility fa parte anche HVOlution, un biocarburante prodotto da materie prime 100% rinnovabili (ai sensi della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”). L’HVOlution è utilizzabile su auto e veicoli commerciali con motorizzazioni diesel omologate EN 15940 (XTL): è possibile verificare questa informazione sul libretto di uso e manutenzione di ogni veicolo. Oggi HVOlution è disponibile in 150 stazioni di servizio Eni con un piano di progressiva espansione nel corso dell’anno.

HVO è l’acronimo di Hydrogenated Vegetable Oil (olio vegetale idrotrattato): è biocarburante in purezza che viene prodotto nelle bioraffinerie Eni di Venezia e Gela le quali, dalla fine del 2022, sono palm oil free. I feedstock che vengono processati dalle bioraffinerie per la produzione di biocarburanti sono principalmente scarti e rifiuti dalla lavorazione di olii vegetali, oli di frittura esausti, oli vegetali provenienti da terreni marginali non in competizione con la filiera alimentare, grassi animali. L’HVO consente una significativa riduzione delle emissioni lungo l’intero ciclo di vita del prodotto: secondo il criterio convenzionale della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”, la riduzione delle emissioni di CO2eq dell’HVOlution lungo la filiera logistico-produttiva nel 2022, è stata tra il 60% e il 90%, rispetto al mix fossile di riferimento (i.e. 94g CO2eq/MJ), a seconda delle materie prime utilizzate per la sua produzione.

Eni sta sviluppando una rete di agri-hub in alcuni Paesi dell’Africa per la fornitura delle materie prima biogeniche alle bioraffinerie, creando allo stesso tempo opportunità di lavoro attraverso l’espansione delle attività agricole in terreni marginali, non idonei alla produzione alimentare e con scarso bisogno di acqua. Entro il 2025 Eni Sustainable Mobility raddoppierà la capacità delle proprie bioraffinerie fino a raggiungere 3 milioni di tonnellate/anno entro il 2025 e oltre 5 milioni di tonnellate/anno entro il 2030 con l’obiettivo di continuare ad ampliare la propria offerta per una mobilità sempre più sostenibile.