Oggi:

2024-10-07 00:13

Dimmi Come ti Chiamano

ALBERI AMICI

di: 
Maurizio Conticelli

Melano, bagolaro, spaccasassi. Sono più di 150 i nomi usati localmente in Italia, per il Celtis Australis, un albero bellissimo e utile, scelto dagli Amici della Terra a Graffignano per celebrare la giornata internazionale delle foreste.

Foto di Copertina di Maurizio Conticelli. Selva del Lamone nella località PONZICARIATO, bosco di bagolari fra le rocce


In occasione della giornata internazionale delle foreste che, quest’anno, gli Amici della Terra hanno celebrato presso il comune di Graffignano, in provincia di Viterbo, è stato messo a dimora un “malano” o “melano”, così come viene denominato localmente il Celtis australis noto anche con il nome comune di “bagolaro” o “spaccasassi”.

L’iniziativa, in collaborazione con l’amministrazione comunale e con la locale scuola secondaria, ha visto la partecipazione attiva dei ragazzi della scuola e ha assunto molteplici significati, fra cui:

- richiamare l’attenzione da un lato sulle preziose funzioni ecologiche, economiche e sociali delle foreste e dall’altro sulla loro preoccupante riduzione su scala globale;

- evidenziare il fenomeno in controtendenza della espansione dei boschi su scala nazionale (negli ultimi 50 anni la superficie è quasi raddoppiata raggiungendo il valore di circa 11 milioni di ettari), ove semmai appare più critico il settore delle foreste e del verde in ambito urbano;

- la necessità di progettare e realizzare interventi sul verde urbano con attenzione alla scelta del luogo, delle funzioni da svolgere e della specie da impiegare.

La scelta del bagolaro, una pianta indicata per ombreggiare e mitigare il microclima degli ambienti urbani, se da un lato ha ubbidito a criteri tecnici legati alle sue buone caratteristiche di frugalità, resistenza all’inquinamento, portamento e sviluppo, dall’altro ha consentito di porre l’attenzione sul tema della biodiversità e dalla valorizzazione delle specie locali, atteso che nel territorio laziale della media valle del Tevere questa specie forestale è particolarmente diffusa, come testimoniato dalla presenza di un’ampia valle/forra denominata “Selva di Malano”.

Il nome di “spaccasassi” è dovuto all’apparato radicale particolarmente forte, profondo ed esteso che riesce a crescere con forza anche in ambienti rocciosi particolarmente acclivi ed inospitali per altre specie arboree.

L’ulteriore aspetto che conferisce assoluta originalità a questo albero è la enorme variabilità del suo nome locale sul territorio nazionale. Vediamo alcune possibili considerazioni etimologiche:

- “cirimicculu”, nel ternano, un vezzeggiativo riferito al suo piccolo frutto, una drupa;

- “romiglia”, nel settentrione, forse riferito alla Rumelia, antica regione dei Balcani meridionali ove la specie è particolarmente diffusa,

- “perlaro” e “albero dei rosari” con chiaro riferimento all’impiego del suo piccolo e duro nocciolo

Tanti altri nomi ne fanno un caso tutto particolare. La Università di Trieste ne ha censiti oltre 150, peraltro, non considerando proprio il nostro “malano”!

Foto di Maurizio Conticelli. Bagolari abbarbicati sulle pareti di peperino della Selva di Malano (Vitorchiano)

Ancora un nome locale del tutto singolare, che indica anche la località, “Ponzicariato” (con un richiamo alla Caria, regione storica dell’Anatolia?), nella Selva del Lamone in Comune di Farnese nel Lazio, ove esiste un raro bosco di questa specie (il bagolaro generalmente presente in modo sporadico nei boschi), con esemplari secolari e spettacolari.

Dal punto di vista etimologico non dovrebbero sussistere interrogativi per il nostro “malano” o “melano”, come viene denominato nella limitrofa area dell’Orvietano, derivante dal greco “melas” cioè nero, scuro, come è il colore del frutto.

INFESTANTE TROPPO SPESSO…

rispetto il bagolaro per la sua tenacia in ambiti ostili MA… è=VA BENE basta RICORDARE CHE È PARTICOLARMENTE INFESTANTE..soprattutto contro querce e castagni…