Oggi:

2024-03-29 16:58

Tutto sulla Cattura, Utilizzazione e Stoccaggio della CO2

RECENSIONE

di: 
Gianni Bessi*

Più di un manuale, “Caccia grossa alla CO2” di Patrizia Feletig, informa sui diversi aspetti della tecnologia CCUS e si sofferma anche sulla sua corretta collocazione negli scenari globali di decarbonizzazione e di futuro utilizzo. L’edizione è di MF-Milano Finanza, la prefazione è di Monica Tommasi (che esprime l’apertura degli Amici della Terra verso questa tecnologia). Il libro è stato recentemente presentato dall’International Propeller Club di Ravenna e si può acquistare online.

Quando si parla di transizione energetica e di green deal europeo si rischia di impoverire il discorso – e succede spesso – appoggiandosi a opinioni piuttosto che a fatti dimostrati. Ben vengano quindi i contributi che fanno chiarezza sullo stato delle cose, spazzando il tavolo da equivoci e false convinzioni. È quello che fa, benissimo, il libro di Patrizia Feletig ‘Caccia grossa alla CO2’: un’analisi puntuale su cosa sia la Carbon capture, utilisation and storage, cioè Cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio, e perché sia una tecnologia indispensabile per una transizione ecologica rapida e soprattutto efficace.

Il libro prende in esame moltissimi aspetti tecnici legati al ciclo del carbonio di cui la CO2 è parte integrante. Ed è il gas serra ritenuto più dannoso. La sua ‘cattura’ e stoccaggio è quindi un’operazione non solo consigliata ma necessaria: Patrizia Feletig ci ricorda come sia stimato «attorno al 15% il contributo del CCUS all'abbattimento delle emissioni secondo uno degli scenari dell'Agenzia Internazionale dell’Energia, IEA, che porta nel giro di cinquant'anni il settore energetico a zero emissioni nette».

La stessa Unione Europea, del resto, ritiene che l’attività di cattura, stoccaggio e utilizzo della CO2 sia fondamentale nel cammino della transizione energetica. Tanto che, con il piano Connecting Europe Facility, ha recentemente deciso di finanziare la realizzazione di tre impianti CCUS: l'hub di esportazione di CO2 di Anversa@C in Belgio, 144,6 milioni di euro, il Ghent Carbon Hub, ancora in Belgio, 9,6 milioni di euro, l'Hub D'Artagnan Dunkirk CO2 in Francia, 5,2 milioni di euro, per studi sulle infrastrutture del porto di Dunkerque.

E, per quanto riguarda l’Italia, l’autrice ci ricorda che proprio il distretto industriale di Ravenna sia stato scelto da Eni (a cui recentemente si è unita Snam in Joint Venture) per realizzare “uno dei più̀ grandi hub di cattura, trasporto e stoccaggio di anidride carbonica”.

Del resto, la transizione ecologica ci riguarda tutti e l’autrice lo dimostra analizzando in profondità lo stato delle cose, giungendo alla conclusione che la sfida della decarbonizzazione «non possa essere vinta solo da qualche economia più avanzata disposta a tagliare le proprie emissioni del 50 o perfino del 100%. Bisogna raggiungere un consenso mondiale perché dal punto di vista della concentrazione del gas serra il pianeta va considerato come una specie di condominio».

Uno dei pregi del volume è la sua chiarezza: anche nelle parti più tecniche, quelle per esempio in cui spiega come funziona il ciclo del carbonio, la lettura è piacevole e coinvolgente. Al punto che, alla fine, impariamo che con la CO2 dobbiamo conviverci ancora a lungo e che, in fondo, non è una molecola diabolica ma trova molti utilizzi nella nostra vita quotidiana. Anzi può trovare utilizzo in quello che è il modello di sviluppo a cui dobbiamo puntare, l’economia circolare. Inoltre, è comunque presente in natura perché indispensabile al processo di fotosintesi delle piante.

L’attività di raccolta, stoccaggio e utilizzazione di CO2 permetterebbe di creare una filiera italiana di imprese specializzata nei servizi alla decarbonizzazione nella parte alta della catena del valore mondiale.

Infine, “Caccia grossa alla CO2“ è un libro necessario, non solo per quanti sono coinvolti direttamente – istituzioni, investitori, ricercatori – nel mondo dell’energia e della transizione ecologica, ma per ogni cittadino che abbia voglia di informarsi in maniera puntuale ed esatta su come stanno le cose. Su quale sia lo stato di salute ambientale del mondo e di cosa si può fare per migliorarlo, senza farsi distrarre dalla propaganda, ma seguendo la scienza e la tecnica, come ha fatto in questo libro, per noi, Patrizia Feletig.

 

*Consigliere regionale dell’Emilia Romagna