QUEL CHE C'È DA SAPERE
È stata pubblicata ed è online la quarta edizione del rapporto “Teleriscaldamento e teleraffrescamento in Italia” del Gestore Servizi Energetici (GSE) che raccoglie i dati aggiornati a fine 2020 definendo il quadro statistico della diffusione di questi sistemi in Italia e fornisce approfondimenti dedicati alle diverse tipologie di reti, alle caratteristiche degli impianti e alle volumetrie servite.
A fine 2020, i sistemi di teleriscaldamento in esercizio sono 337, con un'estensione complessiva di oltre 5.000 km e 9,8 GW di potenza termica installata. I comuni in cui è presente almeno una rete sono 284 (per lo più concentrati nelle regioni del Nord) e, considerando il solo settore residenziale, queste reti soddisfano il 2% circa della domanda complessiva di prodotti energetici per riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria dell’Italia.
Negli ultimi anni si stanno diffondendo anche i servizi di teleraffrescamento erogati attraverso una rete di distribuzione dedicata (ad acqua refrigerata) oppure attraverso gruppi ad assorbimento installati presso le utenze e alimentati dalla rete di teleriscaldamento.
L’82% della potenza a servizio delle reti è generata da fonti fossili, il restante 18% da fonti energetiche rinnovabili e rifiuti e l'incidenza degli impianti alimentati da rinnovabili diminuisce man mano che aumenta la dimensione degli impianti. L’energia complessivamente immessa nelle reti nel 2020 è pari a circa 11,9 TWh termici (circa 1 Mtep), di cui il 63% prodotta da gas naturale, il 25% da fonti rinnovabili, il restante 12% dalle altre fonti fossili.