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2024-03-19 05:55

Ma Chi l’Ha Detto Che Solo all’Estero si Fanno Bene

TERMOVALORIZZATORI IN ITALIA

di: 
Media Relations Iren

L’Astrolabio porta i suoi lettori a fare un giro turistico presso i termovalorizzatori italiani, dove il recupero di energia dai rifiuti, il ciclo integrato e, spesso, il teleriscaldamento sono una tranquilla e apprezzata normalità. Anche in Italia, inoltre, ci sono ottimi esempi di architettura industriale. Cominciamo da Torino, grazie alla collaborazione di Iren.

Il termovalorizzatore di Torino rappresenta l’anello conclusivo nel ciclo integrato dei rifiuti della Città Metropolitana di Torino. Costruito tra il 2010 e il 2013 - dopo una fase di test e collaudo prestazionale durata un anno - è in piena attività da maggio 2014.

Collocato in località Gerbido, al confine con la città di Torino, l’impianto è gestito da TRM S.p.A, società del Gruppo Iren partecipata da alcuni Soci pubblici (il principale dei quali è il Comune di Torino).

Il termovalorizzatore tratta innanzitutto rifiuti solidi urbani a valle della raccolta differenziata (quindi non altrimenti recuperabili), rappresentando un importante asset per la chiusura del ciclo dei rifiuti. La struttura si sviluppa su tre linee di combustione e depurazione fumi uguali e indipendenti, condizione che garantisce massima flessibilità di gestione e manutenzione.

L’impianto può operare in due assetti:

- in assetto solo elettrico – producendo annualmente l’energia corrispondente al fabbisogno di circa 200.000 famiglie di tre persone

- in assetto cogenerativo, cioè fornendo sia energia elettrica sia termica per il teleriscaldamento, generando ogni anno l’energia termica in grado di scaldare 17.000 abitazioni da 100mq e l’elettricità per il fabbisogno di circa 185.000 famiglie.

Il recupero dell’energia contenuta nei rifiuti permette inoltre ogni anno il risparmio di circa 80.000 tonnellate di petrolio equivalenti (TEP), con evidenti ricadute positive sull’ambiente.

Il contributo del termovalorizzatore alla rete metropolitana di teleriscaldamento di Torino – la più estesa a livello nazionale – permette inoltre di contribuire alla riduzione dei livelli di concentrazione degli inquinanti dell’aria. Un’analisi relativa alle emissioni di particolato primario PM10 realizzata dall’ARPA ha rilevato come, nei mesi invernali, per la maggior parte del territorio piemontese il contributo emissivo della sorgente riscaldamento risulta predominante, per il capoluogo torinese questo non avviene grazie alla diffusione del teleriscaldamento.

L’impianto si avvale di tecnologie consolidate e concepite per garantire la massima tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente: per questo dispone di un avanzato sistema di monitoraggio delle emissioni, costantemente sorvegliato da ARPA Piemonte attraverso una centralina di monitoraggio dedicata. La centralina è inserita all’interno della rete di monitoraggio del Sistema Regionale di Rilevamento della Qualità dell’Aria e misura le concentrazioni in atmosfera degli inquinanti presenti nell’aria. La struttura è in grado di misurare in continuo ossidi di azoto, benzene e altri idrocarburi aromatici, inoltre campiona periodicamente il particolato PM10/2,5 e le deposizioni al suolo per poter determinare i quantitativi di metalli, IPA, diossine e mercurio. I rilievi di ARPA sono pubblici e sempre consultabili sul sito.

Un tema che ha avuto centralità nella progettazione del termovalorizzatore è stato quello dedicato alla creazione di spazi di accoglienza, con l’obiettivo di integrare l’impianto nella vita sociale e culturale della comunità locale, come avviene in molti altri casi in Europa. In quest’ottica, lo studio del design ha rivestito notevole importanza: affidato a Stile Bertone (all’epoca tra i principali protagonisti del design industriale italiano), ha contribuito a coniugare la qualità architettonica con l’elevato contenuto tecnologico dell’impianto, nel massimo rispetto per la natura circostante. Il Centro direzionale ospita un’ampia sala conferenze, dove hanno luogo manifestazioni e da dove partono le visite guidate all’impianto. Ogni anno, con l’eccezione del periodo pandemico, l’impianto ha ospitato circa 5.000 persone in visita, compresi gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado.