GESTIONE DEL TERRITORIO
Da due anni gli Amici della Terra partecipano al progetto MED4EBM con l’obiettivo di promuovere la gestione ecosistemica nelle zone marino costiere. I primi risultati del progetto, che coinvolge oltre all’Italia anche Giordania, Libano e Tunisia, verranno presentati i prossimi 12 e 13 maggio a Sibari (Cosenza) in occasione dell’inaugurazione del “Forum Mediterraneo per la Gestione Ecosistemica Applicata”, centro permanente per la condivisione di esperienze e conoscenze e per il supporto all’applicazione di metodi e strumenti di gestione.
In copertina: foto delle riserve del lago di Tarsia e della foce del fiume Crati
Integrare metodi e strumenti di gestione ecosistemica (EBM) nelle politiche di pianificazione e gestione delle zone marino costiere (GIZC): è questo l’obiettivo delle attività svolte dagli Amici della Terra nell’ambito del Progetto MED4EBM, che vede coinvolte Italia, Giordania, Libano e Tunisia nella creazione di una piattaforma di lavoro comune, attraverso la quale confrontare esperienze, punti di forza e criticità propri della gestione del territorio.
MED4EBM, è un progetto di partenariato finanziato dal Programma europeo ENICBC-Med, giunto al suo terzo anno di attività, che ha come partner per l’Italia gli Amici della Terra e la società PROGES che realizza progetti internazionali di sviluppo; per la Giordania l’Ufficio nazionale del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) e la Royal Marine Society (JREDS); per il Libano la Riserva Naturale della costa di Tyre (TCNR) e, per la Tunisia, l’Istituto Nazionale delle Scienze e delle Tecnologie del Mare (INSTM).
La gestione basata sugli ecosistemi (EBM, acronimo inglese per Ecosystem Based Management) è un approccio di gestione integrata che analizza l'intera gamma di interazioni che caratterizzano un ecosistema, inclusa l’attività umana, piuttosto che considerare singoli problemi, specie o servizi presi separatamente. L’EBM utilizza un approccio che integra tutti i settori per gestire specie e habitat, attività economiche, usi contrastanti e sostenibilità delle risorse, consentendo di considerare le risorse che aiutano a proteggere e sostenere ecosistemi diversificati e i servizi che essi forniscono.
La gestione ecosistemica fu introdotta fin dal 1995 dalla Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD), convenzione quadro internazionale che definisce gli obblighi generali, organizza la cooperazione tecnica e finanziaria e regola gli strumenti necessari per affrontare la perdita di biodiversità mondiale. La Convenzione, aperta alla firma nel 1992, riconosce espressamente per la prima volta che “la conservazione della diversità biologica è interesse comune di tutta l’umanità e parte integrante del processo di sviluppo” e stabilisce come obiettivi “la conservazione della diversità biologica, l’utilizzazione durevole dei suoi elementi e la ripartizione giusta ed equa dei vantaggi derivanti dallo sfruttamento delle risorse genetiche”.
L’EBM diviene poi giuridicamente vincolante per gli stati membri dell’UE a seguito della sua inclusione fra i principi fondanti della Direttiva Quadro 2008/56/CE, che istituisce l’azione comunitaria per l’ambiente marino considerato “un patrimonio prezioso che deve essere protetto, salvaguardato e, ove possibile, ripristinato al fine ultimo di mantenere la biodiversità e preservare la diversità e la vitalità di mari ed oceani che siano puliti, sani e produttivi”. La Direttiva afferma anche che “I programmi di misure e le conseguenti azioni intraprese dagli Stati membri dovrebbero basarsi su un approccio ecosistemico alla gestione delle attività umane e sui principi a cui si fa riferimento nell’articolo 174 del trattato, in particolare sul principio di precauzione.”
In Italia, tale principio è stato recepito con il D.Lgs 17 ottobre 2016, n. 201, in attuazione della direttiva 2014/89/UE. Con il Decreto, tra le altre cose, l’Italia si impegna alla redazione di un “Piano di Gestione dello Spazio Marittimo” da presentare alla Commissione UE, realizzato utilizzando l’approccio ecosistemico per ogni area marina individuata.
Lo stesso impegno è stato preso dagli altri Stati Membri dell’UE; tuttavia, il termine del 21 marzo 2021, fissato per la presentazione dei Piani, non è stato rispettato dalla maggioranza dei paesi, tra cui l’Italia.
Più in generale, l'effettivo utilizzo della gestione ecosistemica (EBM) sembra essere ancora molto limitato; ad esempio, in Italia, sono reperibili in rete solo informazioni su progetti di poche regioni come Marche, Toscana ed Emilia Romagna.
In particolare, le zone costiere rappresentano aree di particolare criticità, caratterizzate da complesse matrici di utilizzazione, elevato rischio ambientale e potenziali conflitti per la gestione delle risorse. Il quadro articolato e complesso, che deriva dall’interazione tra attività umane e dinamiche che interessano le matrici ambientali, impone approcci di gestione che superino le politiche settoriali, per andare invece ad applicare una lettura integrata dei fenomeni, per fornire allo stesso tempo risposte alle esigenze di sviluppo locale delle comunità rivierasche e a quelle di tutela e valorizzazione dell’ambiente.
Oltre a questo, la significativa quantità di dati necessari da raccogliere ed analizzare e le difficoltà legate al coordinamento delle numerose parti coinvolte nei processi di gestione sono tra i principali ostacoli all’attuazione.
Il progetto MED4EBM ha affrontato queste problematiche assistendo gli attori delle quattro aree target (Golfo di Corigliano, Riserva Naturale di Tiro, Golfo di Aqaba e Isole Kneiss) nell’applicazione di una metodologia comune, proponendo uno strumento di gestione del territorio e del mare, sviluppato dalla società italiana PROGES, basato su metodi analitici specifici e con il supporto di software che rendono l’integrazione di EBM e GIZC molto più “semplice” per i team professionali, le parti interessate e i decisori istituzionali coinvolti.
In Italia, l’area presa in esame è stata quella del Golfo di Corigliano (Calabria, Cosenza), nella quale sono presenti le Riserve del lago di Tarsia e della Foce del fiume Crati gestite dagli Amici della Terra.
Il primo step affrontato è stato l’individuazione ed il coinvolgimento degli stakeholders che partecipano alla gestione del Golfo attraverso una serie di workshop durante i quali ciascuno ha potuto portare il proprio punto di vista e le proprie conoscenze con lo scopo di creare un “diagramma di sistema”, discusso e condiviso, che inquadrasse le componenti ambientali e socioeconomiche proprie del territorio.
I partecipanti poi sono stati guidati nell’analisi delle interazioni tra le componenti e la definizione degli indicatori che possano renderle misurabili.
Definiti gli indicatori ritenuti necessari dagli stakeholder per analizzare i fenomeni in atto nel Golfo, è iniziata l’analisi delle fonti ufficiali disponibili per i diversi tipi di dato e la successiva raccolta, tuttora in corso. Ogni set di dati raccolto porterà con sé le definizioni della fonte e della periodicità di aggiornamento, per permettere a chi amministrerà il sistema di sapere quando e dove reperire dati aggiornati.
Le informazioni risultanti dai workshop e dalla raccolta dati, vengono caricati nel software ISP (Integrated Spatial Plannig) che consentirà l'analisi in tempo reale di grandi quantità di dati spaziali e tabulari appartenenti a componenti eterogenee (fauna, attività economiche, idrografia, clima, etc…) e la loro comparazione su scala temporale ed estensione geografica.
Elaborazione Amici della Terra per progetto MED4EBM
Terminata questa prima fase denominata “Ecosystem context analysis”, si passerà alla “System cause-effect analysis”. “L’analisi causa-effetto dell’ecosistema” si svilupperà in una serie successiva di workshop ed avrà lo scopo di arrivare all’individuazione ed alla condivisione di policy e misure di gestione atte a proteggere e valorizzare l’ecosistema nel suo insieme.
Con il supporto di ISP, i partecipanti potranno, ad esempio, visualizzare su mappa e contemporaneamente in forma tabulare i dati relativi all’occupazione di superfici agricole e la distribuzione di fitofarmaci ed osservarne le correlazioni. Proseguendo, potranno comparare a questi i dati relativi allo stato chimico delle acque nella zona, avendo così la possibilità di cogliere nessi causali, criticità ed eventuali possibilità d’intervento.
Elaborazione Amici della Terra per progetto MED4EBM
Questa operazione verrà ripetuta per tutte le interazioni tra componenti individuate come significative nei workshop iniziali, coinvolgendo esperti tematici e amministratori in un lavoro congiunto.
Lo strumento sarà a disposizione delle amministrazioni locali, che in molti casi saranno le stesse che hanno partecipato alla sua costruzione e implementazione durante i workshop, dando indicazioni su necessità e possibilità di utilizzo, e potrà fungere quindi da strumento di supporto alle decisioni per la pianificazione o per la verifica dei risultati di politiche di conservazione già in essere.
Questa esperienza, portata avanti contemporaneamente in tutte le aree target del progetto, scelte per connettività ecologica, come la presenza di zone di conservazione, zone umide e transizionali, la presenza di hotspot migratori, ma anche economica visto che tutte sono tra l’altro zone di turismo, agricoltura e pesca, sarà la base per quello che è l’obbiettivo principale del progetto, la creazione cioè di un centro permanente per la promozione della Gestione Ecosistemica applicata.
Il “Forum Mediterraneo per la Gestione Ecosistemica Applicata” verrà inaugurato dagli Amici della Terra e gli altri partner del progetto MED4EBM il 12 e 13 Maggio a Sibari(CS) con un evento di presentazione (qui il programma) durante il quale verranno presentati i primi risultati delle quattro aree target, con focus sull’esperienza italiana, e si discuterà delle ulteriori possibilità di condivisione di esperienze e conoscenze e dei servizi di supporto all’applicazione di metodi e strumenti di gestione che il Centro potrà offrire.
Sarà possibile seguire online l’evento, sia in inglese che in italiano, iscrivendosi a questo indirizzo.