REWIND. I PEGGIORI TERREMOTI DELLA NOSTRA STORIA (III)
Il 28 Dicembre 1908 le città di Messina e Reggio Calabria furono quasi interamente rase al suolo da una violenta sequenza sismica (Magnitudo superiore a 7): il 90% delle abitazioni di Messina fu distrutto e circa 80000 persone persero la vita (oltre il 40% della popolazione di Messina e oltre il 25% di quella di Reggio), anche a seguito delle onde di maremoto che seguirono il terremoto. L’evento causò una pesante crisi economica (e demografica), i cui effetti non furono mai del tutto assorbiti. La perdita economica stimata solo per la città di Messina fu di circa 600 milioni di lire, corrispondente ad oltre 2 miliardi di euro (IUSS Press, 2008). In un volume dedicato (Bertolaso et al., 2008) vengono dettagliatamente descritti gli effetti e le caratteristiche della sequenza sismica e del maremoto.
Oggi la città di Messina conta circa 250000 abitanti (100000 inpiù rispetto al 1908) residenti in circa 35000 edifici. Secondo uno studio condotto dall’Università di Messina, EUCENTRE, INGV e ETH (IUSS Press, 2008), il 52% degli edifici da loro censiti verrebbe danneggiato in caso di un evento sismico simile a quello del 1908 e le vittime potrebbero essere decine di migliaia, in seguito al solo scuotimento del suolo. Il costo di riparazione dei danni ammonterebbe a miliardi di euro, senza contare l’interruzione delle attività commerciali, il maggior costo dei materiali, gli incendi e le frane. Nel 1908 si verificarono decine di frane nel messinese e molte di esse interessarono aree non abitate. Oggi quelle stesse frane coinvolgerebbero porzioni di territorio intensamente antropizzate.
Carta delle isosisme del terremoto del 28 dicembre 1908, disegnata da G. Mercalli (1909). L’isosisma epicentrale raggiunge il grado XI, definito Catastrofico da Mercalli.
Bisogna considerare anche gli effetti di un eventuale maremoto. Nel 1908 entrambe le coste dello Stretto furono investite dalle onde di maremoto con notevoli differenze di massima altezza raggiunta (run-up): in alcuni tratti le onde anomale furono trascurabili, mentre in altri superarono i dieci metri di altezza, come a Sant’Alessio (ME), Pellaro e Lazzaro (RC). Anche in questo caso, rispetto al 1908 l’esposizione attuale nell’area dello Stretto è notevolmente aumentata, sia in termini di popolazione che di infrastrutture e di impianti industriali. Se dovesse verificarsi un maremoto analogo a quello del 1908, gli effetti sarebbero devastanti, sia per la popolazione esposta che per le conseguenze dovute al danneggiamento degli impianti industriali. Gli eventuali danni alle aziende a rischio di incidente rilevante, numerose lungo le coste siciliane (es. Milazzo e Priolo-Augusta), potrebbero avere un pesante impatto anche dal punto di vista ambientale, oltre che economico.
Fonti dei dati:
Baratta M., 1910, La catastrofe sismica Calabro-Messinese. 28 Dicembre 1908. Società Geografica
Italiana, Roma. 2 Volumi, 426 pp.
Bertolaso G., Boschi E., Guidoboni E., Valensise G. (a cura di), 2008, Il terremoto e il maremoto del
28 dicembre 1908: analisi sismologica, impatto, prospettive, INGV-DPC, Roma-Bologna, 813 pp.
Boschi E., Ferrari G., Gasperini P., Guidoboni E., Smeriglio G. & Valensise G. (eds.), 1995. Catalogo dei forti terremoti in Italia dal 461 a.C. al 1980. ING-SGA, Bologna, 970 pp.
IUSS Press, 2008. Dal terremoto di Messina 1908 alla valutazione di scenari di danno nel 2008, Pavia, Italy, www.iusspress.it
Mercalli G., 1909, Contributo allo studio del terremoto calabro-messinese del 28 dicembre 1908. Atti del Regio Istituto di Incoraggiamento di Napoli, s.VI, 7, 249-292.