LA LEGGE SULL’AGRICOLTURA BIOLOGICA E SU QUELLA BIODINAMICA
Il disegno di legge a sostegno dell’agricoltura biologica, DDL 988, approvato quasi all’unanimità al Senato e in attesa della sua ultima lettura alla Camera, ha suscitato una vivace polemica da parte della Senatrice Cattaneo perché contiene una legittimazione impropria dell’agricoltura biodinamica. L’autore riassume per noi i termini del problema mettendo in luce anche gli aspetti di concreto interesse di produttori e trasformatori, ben al di là della retorica sui metodi naturali delle colture.
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Breve riassunto delle puntate precedenti: a seguito di un Regolamento approvato nel 2018 dall’Unione Europea, anche in Italia ci si muove per favorire lo sviluppo e la competitività della produzione agricola con metodo biologico: si unificano quattro differenti proposte di legge e, ad agosto 2018, inizia l’iter in Commissione Agricoltura della Camera dopo alcune modifiche, il 20 maggio 2021 - quasi tre anni dopo, ma si sa che il Parlamento ha i suoi tempi - il DDL 988 “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” viene discusso in aula al Senato dove Elena Cattaneo (senatrice a vita per meriti scientifici, il primo under 60 della storia repubblicana) richiama fortemente l’attenzione sul fatto che la legge in discussione equipara all’agricoltura biologica l'agricoltura biodinamica che per lei si basa su “…pratiche non solo antiscientifiche, ma schiettamente esoteriche e stregonesche”; nonostante l’eco delle critiche di Cattaneo, il DDL viene approvato dal Senato con 195 voti favorevoli, una astensione e il solo voto contrario di Cattaneo; a seguito dell’intervento della senatrice, un gruppo di autorevoli scienziati firma una petizione[1] che critica aspramente il nuovo stato giuridico che si verrebbe a creare per l'agricoltura biodinamica con l’approvazione del DDL come licenziato dal Senato e ne chiede la modifica; il DDL ritorna alla Camera dove la Commissione Agricoltura ha fatto un primo esame il 24 giugno e successivamente sarà in aula per l’approvazione finale.
L’agricoltura biodinamica si basa sulle teorie di Rudolf Steiner (1861-1925). Nato nell’impero nell'Impero austro-ungarico e di cultura tedesca, fu il fondatore dell'antroposofia o “scienza dello spirito", un approccio che applicò in vari campi, dalla filosofia alla sociologia, dall’antropologia all’economia, anche se oggi è principalmente conosciuto per il suo sistema educativo (Pedagogia Waldorf) e per le pratiche raggruppate nell’agricoltura biodinamica che originano da una serie di otto lezioni sull’agricoltura che Steiner, pur essendo privo di specifiche competenze sul settore, tenne un anno prima di morire. Qui non entreremo nei dettagli e le critiche alle pratiche biodinamiche (ma si può sentire la descrizione che ne fa la senatrice Cattaneo nel suo intervento al Senato[2]) e la loro indimostrata efficacia[3][4] ma ci concentreremo sugli aspetti problematici del DDL 988 che sono principalmente di due tipi, uno di principio e uno pratico.
Nella versione finale del DDL approvata dal Senato[5], il comma 3 del’articolo 1 recita: “Ai fini della presente legge, i metodi di produzione basati su preparati e specifici disciplinari applicati nel rispetto delle disposizioni dei regolamenti dell’Unione europea e delle norme nazionali in materia di agricoltura biologica sono equiparati al metodo di agricoltura biologica. Sono a tal fine equiparati il metodo dell’agricoltura biodinamica ed i metodi che, avendone fatta richiesta secondo le procedure fissate dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali con apposito decreto, prevedono il rispetto delle disposizioni di cui al primo periodo.” Al di là del linguaggio intricato, cosa significa quest’articolo? Si afferma che, se chi pratica l’agricultura biodinamica rispetta i disciplinari dell’UE e del Mipaaf sull’agricoltura biologica, rientra nella produzione agricola biologica. Sembra lapalissiano e ridondante, ma lo scopo principale di questo comma è di inserire nella legge l’equiparazione dell’agricoltura biodinamica all’agricoltura biologica. Ma mentre il metodo biologico è riconosciuto da circa 30 anni e regolato secondo rigide norme dell’Ue, il metodo biodinamico non si basa su criteri scientifici ed è regolamentato dalla multinazionale tedesca Demeter la quale detiene il marchio privato commerciale del biodinamico[6]. Ma l’equiparazione non è solo un riconoscimento ed una legittimazione ufficiale dell’agricoltura biodinamica, essa porta con se anche notevoli vantaggi pratici.
Nell’articolo 5 del DDL si istituisce un “Tavolo tecnico per la produzione biologica” presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Vediamo la lunga lista di chi avrà una sedia a questo tavolo: tre rappresentanti del Ministero politiche agricole, uno del Ministero della salute, uno del Ministero della transizione ecologica, quattro delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, uno dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, uno della cooperazione agricola, quattro delle organizzazioni professionali agricole a vocazione generale, due rappresentanti delle associazioni dei produttori dei mezzi tecnici utilizzati nell’agricoltura biologica, tre rappresentanti delle associazioni dei consumatori, tre della ricerca scientifica applicata nel settore della produzione biologica, tre dei distretti biologici, tre degli organismi di controllo, e “...un rappresentante per ciascuna delle associazioni maggiormente rappresentative nell’ambito della produzione biologica e da un rappresentante delle associazioni maggiormente rappresentative nell’ambito della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biodinamico”. Stranamente, mentre il numero dei rappresentati di ogni istituzione o associazione è specificato, per i rappresentati delle associazioni biologiche viene lasciato nel vago di un “per ciascuna delle associazioni maggiormente rappresentative” (quindi quante saranno queste associazioni rappresentative, una, cinque o dieci?). Comunque sia, ecco il primo effetto pratico dell’equiparazione: a questo affollatissimo tavolo (31 e + partecipanti: buona discussione!) le 419 aziende biodinamiche avranno un rappresentante (Demeter quindi) solo per loro mentre i rappresentanti delle 80.000 aziende biologiche[7] si contenderanno un numero di sedie, imprecisato, ma certamente non proporzionato.
E veniamo ai soldi. L’articolo 9 istituisce un “Fondo per lo sviluppo della produzione biologica”. Il Fondo è finanziato sulla base di una legge del 1999 che destina il 2 per cento del fatturato realizzato nella vendita di prodotti fitosanitari al fine di promuovere lo sviluppo di una produzione biologica ed ecocompatibile, praticamente un Robin Hood ecologico, toglie ai cattivi per dare ai buoni. Su decisione del Ministro, ci saranno tre principali linee di utilizzo dei fondi raccolti: a) realizzazione del marchio biologico italiano; b) finanziamento del “Piano nazionale delle sementi biologiche”; e c) almeno il 30 per cento delle risorse sarà destinato al finanziamento di programmi di ricerca e innovazione, dei percorsi formativi e di aggiornamento. Con l’equiparazione, anche le aziende biodinamiche potranno accedere ai finanziamenti sia per il Piano delle sementi (dove l’agricoltura biodinamica è specificatamente menzionata) sia a quelli per la ricerca e la formazione.
Oltre ai seguaci del biodinamico, contro le critiche della senatrice Cattaneo e a difesa dell’attuale testo del DDL è intervenuto anche un opinion leader come Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. Secondo Petrini[8][9] bisogna considerare maggiormente alcune pratiche agricole della cosiddetta “saggezza contadina” che sono anche incluse nel metodo steineriano/agricoltura biodinamica invece di seguire un approccio troppo basato sulla scienza e l’agricoltura industrale. Ottima cosa la saggezza contadina - anche se spesso esistono varie versioni di saggezza sullo stesso argomento – e che ognuno sia libero di seguire le fasi lunari o di mettere qualsiasi preparato voglia sul suo terreno basta che non sia nocivo ma, finora, nessun paese al mondo ha inserito la saggezza contadina nel suo sistema legislativo. Mentre è condivisibile la critica all’agricola industrale per il suo eccessivo ricorso alle monoculture estensive e all’uso eccessivo e indiscriminato di fertilizzanti e pesticidi, il generico attacco alla “Scienza” non sta in piedi. Non esiste, infatti, “La Scienza”, un’entità monolitica che molti vedono in modo positivo e alcuni invece in modo negativo, esiste il metodo scientifico, cioè un modo di raccogliere dati, esaminarli, proporre ipotesi e pubblicare i risultati ottenuti in modo che le ipotesi proposte siano verificabili da altri. L’approvazione di un farmaco, un preparato o una pratica - e la sua inclusione in leggi e regolamenti dello Stato - può avvenire solo dopo una validazione con un protocollo scientifico e questo, al momento non è avvenuto per i metodi dell’agricoltura biodinamica.
Lo Stato italiano finanzi maggiormente tutte le attività delle sue istituzioni (università, CNR, etc.) che svolgono ricerca in agricoltura e, solo se in futuro vi saranno evidenze scientifiche che le pratiche biodinamiche producono effettivi benefici, si legittimi ufficialmente l’agricoltura biodinamica. Ma, fino ad allora, crediamo che non possa essere considerata in una norma di legge.
L’Accademia dei Lincei ha così concluso una sua nota[10] sull’argomento: “Il biologico è ormai una realtà importante del nostro sistema agroalimentare - così come l’attenzione verso la salubrità degli alimenti - e questo DDL è non solo opportuno ma tempestivo e necessario. Il biodinamico però non può e non deve assolutamente rientrare in questo DDL. È necessario e sufficiente che questo termine venga eliminato dal testo”.
*Luca Garibaldi è biologo, ha lavorato per 30 anni con la Food and Agriculture Organization (FAO), occupandosi principalmente dei problemi della pesca
REFERENZE
[3] Chalker-Scott, 2013. The Science Behind Biodynamic Preparations: A Literature Review. Hort Technology, vol. 23 no. 6: 814-819 DOI: https://doi.org/10.21273/HORTTECH.23.6.814
[4] National Geographic Italia, 2016. L'agricoltura biodinamica funziona davvero? 21 settembre 2016.
[6] Michele Antonio Fino, docente di Fondamenti di diritto europeo, food law ed ecologia all’università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, intervistato da Wired, 28 maggio 2021 https://www.wired.it/scienza/ecologia/2021/05/28/agricoltura-biodinamica-disegno-legge-senato/
[7] Nota di Roberto Defez, membro dell'Accademia Nazionale dell'Agricoltura e membro di Scienza e Tecnologia per l'Agricoltura (Seta), ANSA, 11 giugno 2021, https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/biotech/2021/06/11/agricoltura-biodinamica-per-defez-il-ddl-e-una-strada-senza-ritorno-_2b6179e3-277e-4cae-a741-206c40a8c8c4.html