Oggi:

2024-03-28 21:20

Il LED Italiano Che Uccide il Virus

INNOVAZIONE CONTRO SARS COV2

di: 
Alessandro Mengoli e Raffaele Scialdoni

La lampada a LED Biovitae, frutto della conoscenza tecnica e della intuizione di due ricercatori italiani, coperta da brevetti internazionali e realizzata in Italia (con LED provenienti dall’Asia) ha la capacità di eliminare oltre il 99% del Virus SARS-CoV-2. Il tutto senza nuocere alla salute umana. Questo articolo ne descrive caratteristiche e potenzialità, tramite una intervista al suo ideatore Mauro Pantaleo.

Tra le tante informazioni scientifiche che si susseguono sulla natura, sviluppi, conseguenze, precauzioni e quant’altro sulla “Covid - 19” ce n’è una che dovrebbe infonderci un poco di fiducia nel futuro e (perché no) un certo “orgoglio nazionale”.

Questi i fatti: nel 2016, due ricercatori italiani hanno messo a punto e brevettato un dispositivo di illuminazione che usa frequenze dello spettro visibile (LED, non UV) in grado di eliminare i batteri. La ricerca è partita dalla scoperta di uno scienziato svizzero, Jacques Louis Soret, che a fine ‘800 aveva individuato il picco di massimo assorbimento delle porfirine batteriche all’interno del range di frequenze dello spettro visibile tra 400-420nm che, in onore del suo scopritore, è stata denominata Banda di Soret.

Partendo da questa scoperta, i due scienziati sono riusciti a creare un picco risultante dalla combinazione di più frequenze della banda di Soret in grado di distruggere tutti i batteri, Gram positivi
Gram negativi - inclusi ceppi batterici resistenti agli antibiotici come lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) - nonché́ spore, muffe, lieviti e funghi.

È così che nasce BIOVITAE, una tecnologia Led - totalmente UV free - che sanifica e illumina nello stesso tempo, 100% italiana perché nata dal genio di due inventori italiani e prodotta in stabilimenti situati in Italia. 

La sua particolare efficacia nel contrastare la proliferazione batterica negli ambienti e sulle superfici e impedire, in questo modo, ai batteri di sviluppare resistenza agli antibiotici è anche dovuta al fatto che è una “normale” luce LED che può essere quindi installata al posto dei normali dispositivi di illuminazione in quanto non crea pericoli di alcun tipo per gli esseri viventi, a differenza degli UV che sono cancerogeni di Gruppo 1 e creano infiammazioni e problemi più gravi alla retina dell’occhio. 

È, quindi, un sistema di “sanificazione in continuo” (unico nel suo genere perché tutti gli altri sono incompatibili con la presenza di esseri viventi) e costituisce attualmente il modo più efficace per contrastare le infezioni che si sviluppano in presenza di esseri umani che sono, nello stesso tempo, i portatori di microrganismi e coloro che devono essere difesi dagli effetti negativi degli stessi.

Dopo numerosi e positivi test in vitro, nel 2019 i test in vivo condotti nel Pronto Soccorso dell’Aeroporto di Fiumicino in collaborazione con VTT - istituto pubblico finlandese per la ricerca e l’innovazione - hanno dimostrato la capacità di Biovitae di mantenere costantemente la carica batterica sotto i livelli ritenuti pericolosi, anche negli ambienti reali durante le normali condizioni d’uso.

Sembrava a quel punto una strada già segnata con l’ultimo capitolo scientifico del progetto già scritto. Ma l’emergenza COVID ha aperto una nuova strada: con il supporto della Ministero della Difesa e della Sanità Militare, nel maggio 2020 presso il Laboratorio Militare del Celio di Roma, sono iniziati i test che hanno dimostrato l’efficacia di BIOVITAE anche sul Coronavirus.

I risultati, pubblicati in preprint a firma del Direttore del Dipartimento scientifico del Celio Col. Romano Lista e dei Proff. Rezza e Stefanelli dell’ISS hanno evidenziato che le frequenze di BIOVITAE sono state in grado di eradicare (non inattivare) il SARS-Cov2 “del 97.97% in 40 minuti e del 99,98 in 60 minuti”. In pratica, le lampade BIOVITAE eliminano completamente il SARS-Cov2.

Test successivi, svolti sempre dallo stesso team di ricerca modificando alcuni parametri (principalmente distanza e tempi di irradiazione), hanno confermato che stesse performance si possono raggiungere in tempi di gran lunga inferiori.  E hanno anche dimostrato che BIOVITAE è efficace anche su altri virus che sono causa di malattie particolarmente fastidiose e invalidanti.

Attualmente è in via di completamento lo studio multicentrico presso laboratori militari in Germania e Svezia per poi pubblicare un articolo su una rivista peer-reviewed entro il mese di ottobre. 

I risultati ottenuti consentiranno di tarare al meglio i parametri della tecnologia per renderla efficace quando è utilizzata in ambienti reali in funzione delle specifiche esigenze di sanificazione. La potenza battericida e virucida radiata può essere, infatti, tarata per raggiungere i livelli di sanificazione desiderati negli ambienti in cui dispositivi sono installati e questo fa di BIOVITAE un dispositivo ideale sia per ambienti di vita quotidiana (scuole, uffici, aeroporti, mezzi di trasporto, etc.) sia per quelli ove è richiesta una sanificazione più spinta come reparti oncologici, terapie intensive, grandi ustionati e, in generale, ambienti con presenza di immunodepressi. 

La semplicità e la totale sicurezza d’uso la rende una delle più efficaci soluzioni per la ripresa in sicurezza delle attività economiche e sociali post COVID, soprattutto nelle scuole e sui mezzi di traporto collettivo che sono i luoghi a più alto rischio, in quanto gli assembramenti sono praticamente inevitabili.

Altri utilizzi sicuramente importanti di BIOVITAE sono nell’agricoltura, come luce di crescita microbicida in ambiente indoor, e all’interno degli allevamenti intensivi dove, grazie al controllo della carica batterica, potrebbe ridurre il rischio di infezioni degli animali e l’utilizzo di antibiotici in via preventiva che sono una delle cause principali dello sviluppo dell’antibiotico-resistenza. Senza sottovalutare la capacità delle sue frequenze di penetrare l’acqua, sanificandola da tutti gli agenti patogeni.

La sua semplicità e versatilità la rendono utilizzabile anche nei Paesi in via di sviluppo e, anche per questo motivo, il 1° luglio BIOVITAE è stata premiata da UNAIDS, l’organismo delle Nazioni Unite che guida la lotta all’AIDS, come TOP GLOBAL INNOVATION per il contributo che può dare al raggiungimento dell’UN SDG3, con particolare riferimento al COVID e alle future pandemie.

Ma per saperne di più su questa tecnologia, la cui utilità è palese ed il cui utilizzo è quanto mai urgente, abbiamo rivolto delle domande a Mauro Pantaleo, presidente del gruppo P&P Patents & Technologies che detiene il brevetto della lampadina.

Come siete arrivati a realizzare un dispositivo così innovativo?

Il merito va principalmente attribuito agli inventori. Portare il prodotto sul mercato non è stata un’impresa facile. “Incubare” e sviluppare brevetti è molto più difficile di fare l’incubatore di start-up che, normalmente, hanno già superato la fase di avvio dell’attività e sono più “visibili” agli investitori.  Soprattutto se si tratta di brevetti “sanitari” come i nostri per i quali la validazione scientifica è un elemento dirimente per l’accettazione del prodotto e l’accesso nel mercato. Siamo stati sicuramente facilitati dalla peculiarità e attualità dei nostri brevetti in tempo di pandemia che ci ha molto aiutato a renderli visibili in quanto forniscono una risposta immediata e concreta alla nuova domanda generata dall’acquisita consapevolezza collettiva su quanto pericolose possano essere le infezioni virali e batteriche. Non è un caso che l’OMS avesse definito già nel 2017 l’Antibiotico resistenza “l’epidemia del XXI secolo”.

Perché Biovitae può essere considerata una tecnologia unica?

Perché non solo è protetta da due brevetti internazionali ma perché è registrata nell’elenco dei dispositivi medici di Classe I all’interno di una categoria appositamente creata (prima di BIOVITAE non esistevano dispositivi medici di sanificazione che illuminano nello stesso tempo). La sua unicità è confermata anche dal fatto che il MISE, con uno specifico parere, ne ha riconosciuto l’eleggibilità ai benefici della normativa SMART 4.0 (inizialmente nota come Iper-ammortamento) nonostante la stessa disciplina preveda l’esclusone oggettiva degli investimenti in impianti generali di servizio, quali solo quelli relativi agli impianti di illuminazione, salvo il caso in cui l’impianto si configuri esso stesso come impianto tecnico di produzione. Al contrario degli altri dispositivi di illuminazione, le lampade BIOVITAE beneficiano del credito d’imposta SMART 4.0 quando impiegate principalmente e proprio in ragione della loro funzione sanificante che, dopo la pandemia, può sicuramente essere rinvenuta in tutti gli ambienti e situazioni. Tutte queste peculiarità fanno di BIOVITAE un “bene non fungibile” per il cui acquisto, ai sensi della normativa comunitaria e del Codice degli appalti, non vi sarebbe l’obbligo di esperire procedure di evidenza pubblica.

Pensate di mantenere la produzione in Italia?

Attualmente la produzione è concentrata negli impianti in Campania e in Basilicata e il nostro obiettivo è di realizzare un grande stabilimento di produzione in Italia, auspicabilmente nel Sud Italia perché significherebbe creare centinaia di posti di lavoro (sono questi i livelli occupazionali del progetto BIOVITAE) nei territori che ne hanno più bisogno. Anche se questo significherà avere costi di produzione più alti perché crediamo che produrre in Italia non sia solo una scelta etica e romantica ma generi utilità a livello industriale che ha ricadute positive sul prodotto e sulle strategie dell’impresa.

Qual è il costo dei dispositivi BIOVITAE?

Il nostro obiettivo è quello di rendere accessibili i dispositivi BIOVITAE a tutte le fasce della popolazione anche se sarà inevitabile scontare prezzi più alti nella fase di avvio e fino a che non si raggiungeranno livelli di produzione che consentiranno di ridurre i costi di produzione. Ma, se proprio dobbiamo parlare di salute in termini economici, la pandemia ci ha insegnato che la salute non ha prezzo e il risparmio sulla prevenzione diventa un moltiplicatore dei costi che si devono poi sostenere per avere cure adeguate.