QUEL CHE C’È DA SAPERE
Il Consiglio dell’Ue ha modificato la proposta di revisione della direttiva sull'efficienza energetica presentata dalla Commissione europea, che fissava un obiettivo vincolante a livello dell’Unione di miglioramento dell'efficienza energetica del 30% per il 2030, lasciando ai singoli gli Stati il compito di stabilire i contributi nazionali di efficienza energetica attraverso piani nazionali integrati per l'energia e il clima. Il testo modificato dal Consiglio dell’Ue ha eliminato il carattere vincolante all’obiettivo del 30%.
La proposta della Commissione Ue aveva sollevato critiche sia da parte del nostro governo che delle commissioni competenti di Camera e Senato, in particolare per quanto riguarda la revisione dell’art. 7 della direttiva attualmente in vigore, perché non teneva conto degli sforzi già realizzati dagli Stati membri nel settore dell'efficienza energetica e specificamente dell'intensità energetica, rischiando di penalizzare i paesi che, come l'Italia, hanno raggiunto risultati positivi in materia di efficienza energetica e godono di livelli di intensità energetica inferiori alla media Ue.
La Commissione Ue proponeva di estendere dal 2020 al 2030 l'obbligo per gli Stati membri di realizzare un risparmio annuo dell'1,5% in volume delle vendite medie annue di energia ai clienti finali. Il calcolo dei risparmi richiesti per il 2030 veniva riferito al volume delle vendite medie annue realizzate nel triennio 2016-2018. Inoltre, gli Stati membri erano tenuti a realizzare risparmi annui dell'1,5% anche per periodi decennali successivi al 2030, a meno che la Commissione Ue, in sede di riesame entro il 2027, non li avesse ritenuti più necessari per il conseguimento degli obiettivi per il 2050.
Il Consiglio dell’Ue ha introdotto dei meccanismi di flessibilità, prevedendo che l’obbligo dell’1,5% valga solo fino al 2025 e scenda poi all’1%, a meno che la revisione intermedia del 2024 giunga alla conclusione che l'UE non è a buon punto nella realizzazione dei suoi obiettivi. Il Consiglio dell’Ue ha anche eliminato la previsione che i risparmi annui dell'1,5% debbano proseguire anche per periodi decennali successivi al 2030.
Il nuovo testo approvato dal Consiglio dell’Ue sarà la base di riferimento per i negoziati con il Parlamento europeo.