QUEL CHE C’È DA SAPERE
Prossimamente, la commissione industria del Senato potrebbe affrontare il tema dell’imposta sull’intensità carbonica dei prodotti, individuata dagli Amici della Terra come uno strumento per superare uno dei punti di debolezza della politica energetico-ambientale della Ue, l’Emission Trading Scheme (ETS), che si caratterizza come autoreferenziale, inefficace a livello globale e controproducente per l’economia Ue, dato che grava solo sulle industrie europee, che contribuiscono in misura assolutamente minoritaria alle emissioni globali di gas climalteranti.
Il 10 gennaio, infatti, il senatore Francesco Scalia (Pd) ha prefigurato la possibilità di chiedere l'assegnazione alla commissione industria di un affare in materia di fiscalità ambientale, sulla quale lo scorso giugno ha presentato una mozione, sottoscritta da altri venti senatori, volta a proporre l'introduzione dell'ImEA (Imposta sulle Emissioni Aggiunte), sostenuta dagli Amici della Terra.
La mozione intende impegnare il governo a:
1) prendere iniziative in sede europea, per rompere il meccanismo vizioso dell'attuale politica Ue di decarbonizzazione, superando l'Emission Trading Scheme e introducendo un'imposta (così come esplicitata nel libro CO2 nei Beni e Competitività Industriale Europea di Agime Gerbeti) sull'intensità carbonica dei prodotti, da applicare in modo non discriminatorio sia ai prodotti Ue che a quelli importati, sulla base del contenuto di anidride carbonica emesso per la produzione di tali beni, in modo da riconoscere i meriti ambientali delle produzioni manifatturiere Ue, senza discriminare quelle extra Ue che rispettano gli stessi standard ambientali, innescando un meccanismo virtuoso di miglioramento della qualità ambientale dei prodotti e accelerando il raggiungimento degli obiettivi globali di decarbonizzazione;
2) individuare misure direttamente applicabili a livello nazionale che agiscano come leva di fiscalità ambientale tramite la modulazione delle aliquote IVA. Tali misure non avranno l'obiettivo di aumentare il gettito fiscale, ma saranno finalizzate ad incentivare le produzioni più pulite e a disincentivare le altre, a prescindere da dove i beni vengano prodotti.
La proposta di Agime Gerbeti è stata presentata per la prima volta in occasione della VI Conferenza nazionale per l’efficienza energetica degli Amici Terra nel dicembre 2014. Successivamente, nel giugno 2015, nella fase preparatoria della COP 21 di Parigi, gli Amici della Terra hanno scritto un lettera aperta al presidente del Consiglio Renzi, chiedendogli di sostenere una riforma decisa delle politiche contro il cambiamento climatico. La proposta è stata rilanciata ad aprile 2016 dagli Amici della Terra, inviando alla Commissione Ue il proprio contributo alla consultazione sui metodi utilizzati nelle procedure antidumping contro la Cina in vista del suo riconoscimento come economia di mercato, che farebbe cadere le ultime barriere verso l’importazione di beni ad alta intensità carbonica, penalizzando i prodotti industriali italiani e Ue che rispettano elevati standard ambientali, con conseguenti aumento delle emissioni “importate” e perdita di posti di lavoro nell’area Euro.