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2024-10-12 18:06

Le emissioni mondiali di CO2 del settore energetico ferme per il secondo anno consecutivo, con il Pili in aumento. Le analisi preliminari dell'Agenzia internazionale per l'energia

QUEL CHE C’È DA SAPERE

Nel 2015, le emissioni globali di CO2 del settore energetico, che è la principale fonte di emissioni di gas a effetto serra di origine umana, sono rimaste stabili per il secondo anno consecutivo, confermando il disaccoppiamento tra emissioni di CO2 e crescita economica. Il dato emerge dalle analisi preliminari dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) relative allo scorso anno, quando le emissioni di CO2 del settore energetico sono state pari a 32,1 miliardi di tonnellate, rimanendo sui livelli del 2013. Il dato più rilevante è che questo stallo delle emissioni è avvenuto in un periodo di espansione economica, offrendo un'ulteriore prova che il legame tra crescita economica e crescita delle emissioni si sta indebolendo: secondo il Fondo monetario internazionale, infatti, il Pil mondiale è cresciuto del 3,4% nel 2014 e 3,1% nel 2015.

Prima dello stallo registrato negli ultimi due anni, in oltre 40 anni di collezione di informazioni sulle emissioni di CO2 da parte dell’Aie, ci sono stati solo tre casi in cui le emissioni si sono fermate o sono diminuite rispetto all'anno precedente - primi anni ‘80, 1992 e 2009 – che, però, erano associati con una situazione di debolezza economica globale.

L'Aie osserva che i dati preliminari relativi al 2015 suggeriscono che l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili ha avuto un ruolo fondamentale nello stallo delle emissioni di CO2, avendo rappresentato circa il 90% della nuova produzione di energia elettrica, con oltre la metà coperta dal settore eolico.

Inoltre, nel 2015, i due principali emettitori mondiali di CO21, Cina e Usa, hanno entrambi registrato una diminuzione delle emissioni, rispettivamente dell’1,5% e del 2%. In Cina, sta diminuendo l’utilizzo del carbone, che rispetto al 2011 registra una diminuzione del 10%, anche se copre ancora quasi il 70% della produzione elettrica cinese. Parallelamente al diminuzione del carbone, negli ultimi quattro anni sono cresciute dal 19% al 28% le fonti energetiche a basso contenuto di carbonio, principalmente l’idroelettrico e l’eolico. Negli Stati Uniti, invece, è in atto una rilevante transizione dal carbone al gas.

Il calo delle emissioni registrato dai due principali emettitori mondiali è stato però compensato dall’aumentando avvenuto nella maggior parte delle altre economie asiatiche in via di sviluppo, in Medio Oriente e, seppur moderatamente, in Europa.

Un'analisi approfondita della situazione sarà pubblicata dall'Aie alla fine di giugno, in un rapporto speciale del World Energy Outlook.