QUEL CHE C’È DA SAPERE
Il ministero dell’ambiente ha predisposto un decreto, su cui attende il concerto del ministero dello Sviluppo economico, con cui aggiorna i valori limite di emissione in atmosfera per gli impianti ad uso industriale che utilizzano come combustibile il biogas, ossia il gas ottenuto da processi di fermentazione anaerobica di materiali organici. L’aggiornamento dei valori, attualmente stabiliti dal decreto legislativo n. 152 del 2006, renderà più severi quelli per i composti organici formati con la combustione (compresi quelli cancerogeni come la formaldeide e il benzene) e chiarirà, a fronte di sentenze contrarie, che nel parametro «COT» (Carbonio Organico Totale) non è compreso il metano.
Il perché di questa scelta lo ha spiegato il sottosegretario all’Ambiente, Silvia Velo, rispondendo in commissione ambiente della Camera a un’interrogazione del M5S e spiegando che “solo di recente, ad oltre dieci anni dall'introduzione dei valori di emissione dei COT, si è posta, per effetto della progressiva diffusione degli impianti alimentati a biogas, la questione dell'esistenza di alcune criticità al riguardo.
Nella combustione del biogas le emissioni comprendono i composti organici che si formano con la combustione (composti contenenti anche sostanze cancerogene quali formaldeide e benzene) nonché il metano incombusto presente nel biogas. La voce «COT», in assenza di specificazioni, è riferibile sia ai composti organici che si formano con la combustione, sia al metano. (…) Essendo il metano presente in quantitativi elevati nell'emissione, il rispetto dei valori limite previsti dall'attuale norma impone, a prescindere dalla potenza termica e dalla localizzazione dell'impianto, la necessità di installare sistemi di abbattimento come i postcombustori. Tali sistemi sono pertanto oggi indispensabili a causa delle elevate concentrazioni di metano incombusto nelle emissioni”.
Tuttavia, secondo il ministero dell’Ambiente, i postcombustori comportano un impatto dovuto all’effettuazione di un ulteriore processo di combustione e il beneficio ambientale che ne può derivare non giustifica la loro sistematica installazione. Quindi, nel nuovo decreto verrà lasciato “al soggetto che rilascia l'autorizzazione all'impianto valutare l'utilizzo o meno di tale strumento”.
Il sottosegretario ha garantito che “il metano non produce un impatto diretto sulla salute umana” e che l’apporto di gas clima/alteranti, dovuto agli impianti a biogas, “risulta irrilevante (…) e pertanto si escludono incidenze reali del decreto in parola sulle politiche di riduzione dei gas clima/alteranti”.