Il pacchetto sull’economia circolare, presentato dalla Commissione europea lo scorso dicembre, comprende una proposta di modifica della direttiva 1999/31/CE in materia di discariche di rifiuti, i cui punti principali, riassunti dagli Uffici Studi di Camera e Senato, sono i seguenti:
- allineamento delle definizioni, in linea con le modifiche da apportare alla direttiva quadro sui rifiuti;
- graduale limitazione al 10% entro il 2030 dello smaltimento in discarica dei rifiuti urbani (Croazia, Estonia, Grecia, Lettonia, Malta, Romania e Slovacchia potranno ottenere una proroga di cinque anni). Entro il 31 dicembre 2024, la Commissione esaminerà questo obiettivo, al fine di ridurlo e introdurre restrizioni al collocamento in discarica dei rifiuti non pericolosi diversi da quelli urbani;
- eliminazione dell’obbligo a carico degli Stati membri di presentare ogni tre anni le relazioni sullo stato di attuazione, che secondo la Commissione non si sono rivelati strumenti efficaci per verificare la conformità e garantire la corretta attuazione della normativa, generando anche inutili oneri amministrativi;
- miglioramento della qualità, affidabilità e comparabilità dei dati statistici, che andranno comunicati annualmente dagli Stati membri e che sono ritenuti indispensabili affinché la Commissione valuti la conformità con la legislazione in materia di rifiuti in tutti gli Stati membri. Le modifiche prevedono: l’introduzione di un punto di ingresso unico per tutti i dati relativi ai rifiuti; la soppressione di obblighi obsoleti in materia di comunicazione; il confronto dei metodi nazionali di comunicazione e l’introduzione di una relazione di controllo della qualità dei dati, redatta da ciascuno Stato membro. Ogni tre anni la Commissione presenterà una relazione che valuti l'organizzazione della raccolta dei dati, le fonti di dati e la metodologia utilizzata negli Stati membri, nonché completezza, affidabilità, tempestività e coerenza dei dati. La valutazione potrà includere raccomandazioni specifiche di miglioramento;
- attribuzione alla Commissione del potere di adottare atti delegati, al fine di integrare o modificare la direttiva 1999/31/CE, in particolare per adattarne gli allegati al progresso scientifico e tecnico;
- introduzione di un meccanismo di segnalazione preventiva sul conseguimento dell’obiettivo del 10%. A tal fine la Commissione, in cooperazione con l'Agenzia europea dell'ambiente, redigerà una relazione sui progressi compiuti dagli Stati membri verso il conseguimento dell’obiettivo entro il 2030 e il 2035 (per quelli cui è concessa la proroga), tre anni prima di ciascun termine. Le relazioni includeranno: una stima del conseguimento degli obiettivi da parte di ciascuno Stato membro; l'elenco degli Stati membri che rischiano di non raggiungere tali obiettivi entro i termini prestabiliti, accompagnato da opportune raccomandazioni per ciascuno Stato membro.