QUEL CHE C’È DA SAPERE
Il 15 dicembre, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla realizzazione dell’obiettivo del 10% per le interconnessioni elettriche, sostenuto dalla Commissione Ue, in cui si afferma che un mercato dell’elettricità europeo pienamente integrato potrebbe tagliare le spese di almeno 2 euro per MWh e quindi far risparmiare agli utenti, entro il 2030, fino a 40 miliardi di euro l’anno. Per ottenere tale risultato, i paesi membri dovrebbero investire 150 miliardi di euro.
Secondo la risoluzione, garantendo che almeno il 10% dell'elettricità prodotta dalle centrali elettriche di ogni Stato membro possa essere inviata ai paesi vicini, si verrebbe a creare una rete strategicamente “più resiliente e solida”. Il testo aggiunge che l'obiettivo attuale dell’Ue del 10% entro il 2020 è “significativo” ma “non rispecchia sempre la situazione del mercato”. Infatti, la risoluzione “deplora il fatto che dodici Stati membri, situati perlopiù alla periferia dell’Ue, non abbiano raggiunto l’obiettivo del 10 % di interconnessione elettrica e siano quindi ampiamente isolati dal mercato interno dell’energia elettrica”.
I dodici paesi sotto il target del 10% sono Italia, Cipro, Estonia, Irlanda, Lituania, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Regno Unito.
La risoluzione afferma che “le energie rinnovabili, una maggiore efficienza energetica e un mix energetico sostenibile che conducano a risparmi di energia, nonché un mercato interno dell’energia che consenta a quest’ultima di circolare liberamente, sono mezzi importanti per realizzare un sistema energetico stabile, sicuro, indipendente, inclusivo, trasparente e competitivo nell'Ue, in grado di creare posti di lavoro di alta qualità e ricchezza nell'ambito di un'economia sostenibile e orientata al futuro”. In questo scenario, “l’interconnessione elettrica costituisce uno dei presupposti fondamentali per completare un mercato interno integrato dell’elettricità dell'Ue che, se ben definito, contribuirà a conseguire gli obiettivi relativi al clima, incluso quello dell’Ue di diventare leader nel settore delle energie rinnovabili, a migliorare la posizione geopolitica dell’Ue grazie all’aumento della sicurezza e dell’indipendenza energetiche, come pure a ridurre l’isolamento energetico e la possibilità di perturbazioni dei sistemi di energia”.
Secondo i parlamentari europei, “i benefici di un aumento sostanziale dell’interconnettività della rete europea vanno ben oltre la dimensione economica e geopolitica: si tratta di un principio strategico che dovrebbe portare a una rete più resiliente e solida, in grado di rispondere meglio a tutte le forme di perturbazione e cambiamento, e che consente alla crescente quota di energia proveniente da fonti rinnovabili di mescolarsi in modo efficiente nella rete europea”.