QUEL CHE C’È DA SAPERE
Secondo un’indagine di Confartigianato, negli ultimi cinque anni il prezzo del servizio della raccolta dei rifiuti in Italia è cresciuto del 22,6%, quasi tre volte più del tasso di inflazione (+8%) e il 12,8% in più rispetto alla crescita media del costo di questo servizio (+9,8%) registrata nell'Eurozona.
Nel 2014, le tasse e tariffe rifiuti più alte pagate da ogni abitante per il servizio di igiene urbana sono quelle del Lazio, con 214 euro di costi per abitante, superiore del 27,3% rispetto alla media nazionale. Seguono la Liguria con 211,75 euro/abitante (25,9% in più rispetto alla media), Toscana con 208,25 euro/abitante (+23,9%), Campania con 205,02 euro/abitante (+21,9%), Umbria con 190,23 euro pro capite (+13,1%) e Sardegna con 188,90 euro per abitante (+12,3%).
All’altro capo della classifica, la regione più virtuosa è il Molise, dove i cittadini pagano 123,12 pro capite per il servizio di igiene urbana. Secondo posto per il Trentino Alto Adige, con un costo di 128,60 euro pro capite e a seguire il Friuli Venezia Giulia, con un costo per abitante di 127,92 euro.
Confartigianato ha anche monitorato i conti e i risultati di esercizio delle 376 società partecipate dalle amministrazioni locali che operano nella gestione dei rifiuti: il 64,3% è in utile, il 17,2% è in pareggio ed il 18,5% è in perdita. Sono tutte in utile le società di gestione rifiuti in Basilicata, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta. Seguono l’Emilia-Romagna (con una quota di società in utile pari all’83,3% del totale), Puglia (80%) e Piemonte (75,0%). Le regioni con la maggiore quota di società in perdita sono la Calabria (66,7%), il Lazio (46,2%) e l’Abruzzo (44,4%).