QUEL CHE C’È DA SAPERE
In base alle stime basate sui dati relativi a primi otto mesi del 2015, quest’anno le emissioni di CO2 dovrebbero diminuire dello 0,6%, pur in presenza di un aumento del Pil globale, che il Fondo monetario internazionale prevede pari al 3,1%. Il dato del 2015 fa seguito al forte rallentamento delle emissioni di CO2 registrato nel 2014, con un aumento del solo 0,6%, in presenza di una crescita del Pil del 3,4%. Nel decennio precedente, la crescita media annua delle emissioni di CO2 è stata del 2,4% ed è la prima volta che diminuiscono in presenza di una crescita economica, come rileva lo studio Reaching peak emissions, pubblicato dalla rivista Nature Climate Change e condotto da ricercatori della statunitense Stanford University, della britannica University of East Anglia, del Global Carbon Project (Australia), del Center for International Climate and Environmental Research (Norvegia) e dell’austriaco International Institute for Applied Systems Analysis.
Le cause di questa diminuzione delle emissioni vengono individuate nel minor uso del carbone da parte della Cina, nel rallentamento della crescita del consumo di petrolio e gas naturale, e nella continua crescita delle energie rinnovabili. Gli autori dello studio affermano che sarà il tempo a dire se questa sorprendente interruzione nella crescita delle emissioni sia transitoria o un primo passo verso la loro stabilizzazione. In entrambi i casi, il trend indica un benefico disaccoppiamento tra crescita economica e crescita storica delle emissioni. Le principali variabili sono rappresentate dalla Cina, che è responsabile di quasi un quarto delle emissioni globali di CO2, e dall’India, che deve ancora portare l’elettricità a 300 milioni di persone. In ogni caso, anche se il rallentamento della crescita delle emissioni dovesse essere confermato e il raggiungimento del picco a livello mondiale non fosse molto lontano, quel che lo studio indica come necessario è un’accelerazione nella trasformazione della produzione e dell’uso dell’energia.