QUEL CHE C’È DA SAPERE
Il 26 ottobre, il Consiglio dei ministri dell’Ambiente dell’Unione europea ha iniziato a discutere la proposta della Commissione Ue di revisione del sistema di scambio delle emissione di gas a effetto serra (ETS), su cui si sono manifestate opinioni divergenti, con alcuni paesi che hanno chiesto di affrontare il tema dopo la Conferenza sui cambiamenti climatici, che si terrà a Parigi in dicembre, come riferisce un comunicato della presidenza lussemburghese.
Da parte italiana, il ministro Gian Luca Galletti ha sostenuto che “il sistema deve essere più robusto, più armonizzato e più semplice”. Secondo il ministro, è necessario “evitare il più possibile l’applicazione di ‘tagli lineari’ indiscriminati alle assegnazioni gratuite”, calcolando con attenzione una serie di parametri, tra cui “le soglie atte a determinare l’inclusione nella lista dei settori esposti a rischio di delocalizzazione”. Inoltre, non bisogna creare regole perverse che penalizzino gli impianti più efficienti a vantaggio di coloro che invece efficienti non sono, altrimenti si rischia di incoraggiare comportamenti poco virtuosi e il sistema deve essere “più armonizzato, per non determinare distorsioni nel mercato unico europeo”.
Infine, secondo il ministro Galletti, “il sistema deve essere più semplice. Questo vuol dire migliorare l’attuazione del sistema, che deve essere coerente, giusta, e trasparente, ma vuole dire anche migliorare la sua percezione presso gli stakeholders. Regole più lineari, procedure meno laboriose, semplificazioni amministrative e una maggiore attenzione alla valutazione dei costi-benefici di ogni adempimento devono ispirare la riforma dell’Emissions Trading e la sua successiva attuazione. A questo riguardo riteniamo opportuno valutare i costi-benefici delle attuale soglie per l’inclusione nel campo di applicazione della direttiva”.