QUEL CHE C’È DA SAPERE
Il 15 settembre è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea la direttiva 2015/1513, che modifica la precedente del 2009, in materia di biocarburanti. La nuova direttiva conferma l’obiettivo del 10% di energia prodotta da fonti rinnovabili nel settore dei trasporti, obiettivo che può essere conseguito principalmente attraverso la miscelazione di biocarburanti. Tuttavia, negli ultimi anni ci si è resi conto che, dato che i biocarburanti attuali sono prodotti principalmente partendo da colture che sfruttano superfici già destinate all'agricoltura, l'impatto del cambiamento della destinazione dei terreni da agricoltura alimentare ad agricoltura energetica rischia di essere complessivamente negativo. Infatti, come afferma la nuova direttiva “è probabile che le emissioni di gas a effetto serra legate al cambiamento indiretto della destinazione dei terreni siano significative e che possano annullare, in parte o complessivamente, le riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra legate ai singoli carburanti”. Gran parte di queste colture a scopo energetico avvengono fuori dai paesi dell’Unione europea e rischiano anche di favorire la deforestazione, per far posto alle coltivazioni oleaginose.
Infatti, la previsione è che nel 2020 quasi l'intera produzione di biocarburante proverrà da colture che sfruttano superfici che potrebbero essere utilizzate per soddisfare il mercato alimentare e dei mangimi. La direttiva afferma la necessità di promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuovi biocarburanti avanzati, che non siano in concorrenza con le colture alimentari, come quelli prodotti da rifiuti e alghe, che consentono significative riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra, con un limitato rischio di causare un cambiamento indiretto della destinazione dei terreni. Questi biocarburanti avanzati attualmente non sono disponibili in commercio in grandi quantità, anche a causa delle sovvenzioni pubbliche che favoriscono i biocarburanti ottenuti a partire da colture alimentari.
In base a queste considerazioni, la nuova direttiva ribadisce l’obiettivo nazionale del 10% di energia rinnovabile nel settore dei trasporti ma fissa al 7% il limite massimo di biocarburanti “prodotti a partire dai cereali e da altre colture amidacee, zuccherine e oleaginose e da colture coltivate su superfici agricole come colture principali soprattutto a fini energetici”.