QUEL CHE C’È DA SAPERE
Nel corso di un’audizione presso la commissione industria del Senato, tenuta il 19 maggio, il Ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha affrontato il tema degli incentivi alle energie rinnovabili, soffermandosi quasi esclusivamente su quelle elettriche. Il Ministro ha ricordato come l’Italia, unico tra i grandi Paesi dell’Unione, avesse praticamente già raggiunto nel 2013 l’obiettivo relativo alle energie rinnovabili, previsto per il 2020, avendo coperto con questa fonte il 16,7% del consumo finale lordo di energia, a fronte di un obiettivo del 17% per il 2020.
La generazione da fonti rinnovabili, inclusa quella distribuita, “è stata sostenuta efficacemente ma con molta generosità”, ha affermato il Ministro: ciò ha comportato una rapida crescita degli oneri d’incentivazione, passati da poco più di due miliardi annui nel 2009 agli oltre dodici miliardi odierni. Nonostante diversi interventi tesi a ridurne il peso, questi oneri costituiscono quasi l’85% di tutti gli oneri di sistema e incidono per circa un quarto sulla spesa elettrica annua della famiglia tipo.
Nel confermare che le rinnovabili, insieme all’efficienza energetica, rientrano tra le principali priorità d’azione sul lungo termine, il Ministro ha indicato alcuni criteri per una revisione delle politiche in questo settore, così sintetizzati: “continuare a sostenere lo sviluppo delle rinnovabili per superare gli obiettivi 2020, con un approccio, però, assai più attento ai costi, alle ricadute sul sistema produttivo e al graduale inserimento delle energie rinnovabili nelle dinamiche di mercato”. Un approccio “coerente con le recenti linee guida europee per gli aiuti di Stato in materia di ambiente ed energia, che enfatizzano le esigenze di neutralità tecnologica e cost-effectiveness”.
Quanto ai tetti previsti dagli attuali meccanismi di contenimento e di governo della spesa, il Ministro ha sottolineato che, per il fotovoltaico, il tetto di 6,7 miliardi di euro/anno è stato raggiunto a giugno 2013, e dal successivo luglio non sono più disponibili, per questa tecnologia, incentivi tariffari. “Rimangono, però, significativi incentivi impliciti”, di natura non tariffaria, tra cui la detrazione fiscale per gli impianti fotovoltaici asserviti agli edifici e l’esenzione dagli oneri di sistema, sull’energia auto-consumata per gli stessi piccoli impianti. Quest’ultima misura “si sta rivelando efficace anche per stimolare l’innovazione tecnologica, sia mediante una migliore gestione del sistema generatore-utenza, sia attraverso l’utilizzo di sistemi di accumulo”. Nel complesso, secondo il Ministro, si tratta di “strumenti idonei a sostenere l’ulteriore diffusione della generazione distribuita da fotovoltaico a tassi, stimati dagli stessi operatori, prossimi ai +1000 MW/anno”.
Per le fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico, il tetto degli incentivi tariffari è stato fissato in 5,8 miliardi di euro/anno: attualmente, il contatore indica circa 5,7 miliardi. Essendo stato quasi raggiunto il tetto, il Ministero sta per emanare un decreto “che ri-utilizzi a favore del settore le risorse che si rendono via via disponibili, pur nel rispetto del tetto di 5,8 miliardi di euro/anno. Il nuovo provvedimento darà continuità di sostegno fino alla fine del 2016. Nel frattempo, si lavorerà per definire le regole per il periodo dal 2017 al 2020: tale ripartizione in due fasi è necessaria per conformarsi alle citate linee guida sugli aiuti di Stato in materia di energia e ambiente, che specificano non solo le modalità con le quali sostenere le rinnovabili, ma anche i tempi entro i quali adeguarsi. Entro il 30 giugno, come tutti i Paesi membri, presenteremo in Europa un piano di adeguamento ai nuovi standard europei”.