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2024-10-12 17:11

Settimo non sprecare

ALTRI INCENTIVI ALLE RINNOVABILI ELETTRICHE?

Il 29 maggio le associazioni ambientaliste Italia Nostra, LIPU, Amici della Terra, Mountain Wilderness, Altura, Comitato per la Bellezza, Comitato Nazionale del Paesaggio, Movimento Azzurro, Associazione Italiana per la Wilderness Italia, Verdi Ambiente e Società (VAS), Asso Tuscania, Pro Natura, ENPA, hanno inviato al governo una lettera contro l’emanazione di un decreto che prevederebbe nuovi incentivi alle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche e hanno diramato il comunicato stampa che qui si riproduce..

 

Perché destinare nuovi incentivi alle fonti rinnovabili elettriche (in particolare all'’eolico industriale) se abbiamo raggiunto gli obiettivi europei con 7 anni di anticipo? Perché continuare a farlo se lo stesso Governo riconosce che l’'eccesso di incentivazione solo a queste fonti è stato un errore? Perché con un decreto si “spalmano gli incentivi” già elargiti al fine di alleggerire le bollette e con un altro se ne elargiscono di nuovi aggravando le stesse bollette in tempi di crisi?

In una lettera al Presidente del Consiglio Renzi e ai Ministri Guidi, Padoan, Franceschini, Martina e Galletti, 13 associazioni ambientaliste per la tutela del paesaggio e della biodiversità chiedono di bloccare l'emanazione dell'annunciato decreto che elargisce nuovi incentivi ai produttori di rinnovabili elettriche non fotovoltaiche, in prevalenza impianti eolici di grandi dimensioni. Le associazioni osservano che:

- la stessa ministra Guidi ha recentemente rilevato che "già nel 2013 l'Italia aveva sostanzialmente raggiunto, con sette anni di anticipo, gli obiettivi europei di promozione delle fonti rinnovabili, perché esse coprivano il 16,7 per cento del consumo finale lordo di energia, a fronte di un obiettivo al 2020 del 17 per cento";

- in particolare, lo scorso anno le rinnovabili elettriche avrebbero raggiunto il 38,2% del fabbisogno nazionale, superiore persino all'obiettivo massimo previsto dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN) per il 2020;

- i costi a carico delle bollette elettriche che il nuovo decreto comporterebbe sarebbero di un ordine di grandezza analogo ai risparmi (350 milioni all'anno) realizzati dal decreto "spalma incentivi", che questo stesso Governo ha adottato appena pochi mesi proprio per alleggerire le bollette medesime da eccessi di incentivazione alle rinnovabili elettriche;

- l'apporto elettrico (intermittente) dell'eolico nel 2013 è stato del 4,5%, pari a circa l'1,3% del fabbisogno energetico complessivo italiano. Una percentuale irrisoria a fronte dell'immane aggressione territoriale perpetrata in meno di quindici anni, con molte migliaia di gigantesche torri che mortificano i paesaggi e la loro storia e danneggiano gravemente uccelli e biodiversità;

- il Presidente dell'Autorità per l'energia e il Gas Bortoni ha detto di recente al Senato che "la situazione degli oneri generali è una delle nostre principali preoccupazioni non solo in relazione ai livelli elevati di tali oneri, che gravano sulla competitività del sistema produttivo del nostro Paese e sul bilancio delle famiglie italiane, ma anche in relazione alla notevole complessità che si è venuta a creare per la sovrapposizione di diversi meccanismi originata da altrettanti fonti normative".

Le associazioni chiedono quindi che NON sia adottato alcun Decreto e che, nel rispetto del buon uso delle risorse pubbliche, le eventuali residue disponibilità finanziarie siano più saggiamente impiegate, destinandole a più performanti e convenienti azioni di lotta ai gas serra nel comparto del trasporto pubblico e della mobilità sostenibile, dell'efficienza e risparmio energetico, delle rinnovabili termiche, nella manutenzione degli impianti idroelettrici a bacino già esistenti, oppure attraverso impianti solari termici e fotovoltaici, da realizzare esclusivamente su superfici già urbanizzate. In altri termini, privilegiando azioni non invasive sul piano paesaggistico e ambientale, a maggiore efficienza e con i migliori risvolti sociali ed economici per la collettività e il Paese.